Per il Fuorisalone della Milano Design Week quest’anno idealista/news ha scelto i quartieri Isola e Portanuova, con due location altamente simboliche: il Basic Village di Via dell’Aprica e Piazza Gae Aulenti. Le tematiche di riferimento sono “Design is Human” e “Mondi Connessi”, due parole d’ordine che mettono l’accento sulla centralità della persona che vive un mondo a propria misura e stabilisce le proprie priorità utilizzando ogni strumento a disposizione, dall’arredamento alla tecnologia, ma sempre con un occhio all’ambiente che ci circonda, alla città, alla memoria e al futuro.
Al Basic Village il designer libanese Youssef El Hadi ci accoglie in un salottino nello stile di Beirut, in cui fanno bella mostra di sè una poltroncina imbottita nello stile, ci racconta, della casa di sua nonna, e un curioso tavolinetto che si trasforma, all’occorrenza, in reggi bicchiere per degustare uno scotch whisky (per la cronaca, un Jura single malt, all'assaggio presumibilmente invecchiato 10 o 12 anni) accompagnato da un dolcetto tradizionale, e in posacenere per sigari.
Un vaso, posato poco lontano, presenta la particolare forma rettangolare di una finestrella a coste in vetro opaco, dalla quale fanno capolino alcuni coloratissimi fiori. Anche questo, ci spiega Youssef, è un tributo alle case di Beirut, e per la precisione ai vetri delle loro porte, dietro le quali non vedi di preciso chi sta per aprire al tuo bussare, ma puoi star certo che si tratterà di qualcuno che vorrà offrirti solo ospitalità e benevolenza.
Percorrendo le mostre degli startupper del design internazionale che animano il Basic Village, vediamo complementi d’arredo, illuminazione, oggetti al limite tra il design d’autore e il ludico, tutto all’insegna del colore e della funzionalità.
Ed è qui che troviamo, seduta in un salottino composto di sgabelli in corda di poliestere avvolta su un’anima di alluminio, Inci Mutlu, designer turca esperta, tra l'altro, in religioni orientali, che ci descrive il suo set da arredo esterno (che starebbe benissimo anche in una veranda o in uno spazio relax dentro casa) completamente scomponibile in microstrutture: cuscini, ripiani, tavoli da gioco e perfino cesti si combinano in mille modi diversi a seconda dell’uso che se ne vuole fare, diventando perfino, con le pratiche aperture rasoterra, delle comode cucce per i nostri amici a quattro zampe.
Uscendo per le strade e raggiungendo Piazza Gae Aulenti, ci imbattiamo nell’installazione Vertical Connection. A prima vista una sorta di palco da dj set costruito con impalcature in acciaio e fioriere di piante (e in effetti un dj set con tanto di free drink è ciò che l’installazione diventa quando su Milano cala la sera), questa installazione racchiude in sé almeno due concetti degni di nota, come ci spiega la responsabile del progetto promosso da Coima, Francesca Vitali.
Il primo è quello della sostenibilità, che si declina nel fatto che tutto il materiale utilizzato per la realizzazione dell’installazione sia già stato utilizzato per altri eventi, e per altri eventi verrà utilizzato quando l’installazione sarà rimossa.
Il secondo è quello dell’intelligenza artificiale, che connette l’uomo all’ambiente in cui vive. I visitatori, prima di accedere alla struttura, possono comunicare all’AI una parola che definisce il proprio concetto di vita. L’AI aggrega tutti questi concetti, e se ne serve per creare un video che può essere visionato durante la visita ma anche scaricato successivamente e condiviso sui social. A fine visita, inoltre, ognuno può portare con sé una piantina da collocare a casa propria, continuando così la connessione tra uomo e ambiente da cui il tutto trae ispirazione.
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