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Acquisto casa con bitcoin, i notai suggeriscono la segnalazione antiriciclaggio
GTRES

Valute virtuali e tracciabilità. E’ il tema esaminato dal Notariato, secondo il quale l’acquisto di un immobile pagato in criptovalute come i bitcoin “suggerisce” una segnalazione antiriciclaggio.

Rispondendo al quesito di un professionista, nell’affrontare la questione del pagamento di un immobile con il controvalore in valuta virtuale, i relatori Ugo Bechini e Maria Concetta Cignarella hanno prima cercato di inquadrare la definizione di bitcoin. E’ stato quindi evidenziato che i bitcoin non sono emessi da una banca centrale, non sono generalmente accettati come mezzi di pagamento, sono “insicuri” dal momento che gli utenti non ricevono protezione e sono caratterizzati da un’elevata volatilità, questo significa che il loro valore può oscillare in modo vertiginoso anche in un arco temporale molto breve.

Il Notariato ha poi spiegato che nell’ambiente virtuale l’identificazione è una mera verifica di credenziali, criticità che “soprattutto ai fini della normativa antiriciclaggio, non è di poco conto”. Senza considerare il fatto che l’anonimato è la cifra intrinseca alla stessa tecnologia adottata (blockchain). Nell’ambiente delle criptovalute neppure l’autore del pagamento può identificare il destinatario nel gioco di incastro tra password pubblica e password privata.

Il Notariato ha sottolineato che in merito all’astratta comparabilità criptovalute e contante digitale c’è un problema insormontabile nella circostanza per cui, “mentre in talune transazioni effettuate in contanti il pubblico ufficiale può essere testimone di una traditio che avviene in sua presenza, con ciò rendendo in qualche modo tracciato almeno un singolo segmento del flusso anonimo del contante, l’operazione in bitcoin costituisce una transazione che potrebbe essere definita apparente; essa proviene, infatti, da un ‘conto’, che l’acquirente dichiara essere proprio, ad un altro conto del quale, parimenti, il venditore asserisce la titolarità, ma il tutto senza che possa esservi il benché minimo riscontro della veridicità di tali dichiarazioni”.

Nel frattempo, il Comitato sui pagamenti e infrastrutture di mercato (Cpmi) ha lanciato un monito alle banche centrali che devono “soppesare con cautela le implicazioni per la stabilità finanziaria e la politica monetaria” derivanti dall’emissione di proprie monete digitali per la clientela retail.  

Secondo il presidente del Cpmi, Benoit Coeuré, “le valute emesse dalle banche centrali potrebbero rendere in futuro più efficienti gli scambi di securities e del mercato dei cambi, ma occorre più lavoro e sperimentazione per esplorare questi benefici”.

 

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