Per una nuova costruzione, è necessario provvedere ai costi di allaccio delle principali forniture: ecco quanto si paga.
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Allacci per casa di nuova costruzione
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Dall’energia elettrica al gas, passando per l’acqua, quando si entra in possesso di una nuova abitazione è indispensabile sottoscrivere tutti i contratti di fornitura necessari. Ma cosa si paga negli allacci di una casa di nuova costruzione?

Ad esempio, i costi dell’allaccio alla rete del gas variano a seconda della complessità dei lavori da effettuare: indicativamente, si possono spendere dai 200 ai 1.500 euro. Naturalmente, si dovranno poi aggiungere i costi di certificazione dell’impianto, nonché  tutte le spese analoghe per le altre utenze, come energia e acqua.

Quanto costano gli allacci per una casa nuova?

Come già accennato, dopo l’acquisto di un immobile di nuova costruzione è necessario procedere agli allacciamenti necessari, affinché vi siano tutti i servizi essenziali al momento del trasferimento. In linea generale, bisogna prendere in considerazione sia le forniture essenziali - l’energia elettrica, il gas, l’acqua potabile e il collegamento alla fognatura - che eventuali servizi secondari, ad esempio la fibra ottica. Ma quali sono i costi medi di riferimento e in base a quali fattori possono variare?

Perché le nuove abitazioni non hanno allacci già predisposti

Innanzitutto, è utile rispondere a un dubbio comune: perché le case di nuova costruzione non prevedono allacci già attivi? In linea generale, le nuove abitazioni vengono consegnate agli acquirenti con impianti già realizzati - ad esempio, tubature e cablaggi - senza che tuttavia vi sia un collegamento attivo con le reti esterne. 

Allaccio della linea elettrica
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La ragione alla base di questa consuetudine è molto semplice:

  • per il collegamento alle reti esterne, è necessaria la sottoscrizione di un contratto di fornitura, da parte del proprietario dell’appartamento;
  • alcune normative, come il D.M. 37/2008 e la Delibera 40/2014/R/GAS dell’ARERA, impongono che gli impianti siano certificati e conformi prima dell’allaccio, un passaggio che può essere gestito dal costruttore o dal proprietario.

Di conseguenza, è del tutto comune che gli immobili vengano consegnati senza allacci attivi, seppur con impianti pronti per essere collegati con l’esterno.

La spesa a seconda della tipologia di allaccio

Specificato perché le nuove costruzioni non prevedano allacci attivi, è possibile procedere all’analisi dei costi. La spesa che si dovrà sostenere è molto variabile, a seconda della tipologia di fornitura richiesta, dalla complessità dei lavori di collegamento con le reti esterne e dalla zona in cui l’immobile sorge.

Data questa elevata variabilità, non è possibile fornire delle cifre che possano essere universalmente valide, tuttavia si possono indicare dei costi medi di riferimento per ogni tipologia di allaccio. Partendo dai servizi essenziali, è utile sapere che:

  • l’allaccio alla rete elettrica prevede dei costi variabili, a seconda della potenza di fornitura - tipicamente 3 kW per uso domestico, alla distanza dalla cabina di distribuzione e al tipo di operatore richiesto. In base ai riferimenti forniti dall’ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente, un allaccio standard può richiedere tra i 180 e i 600 euro, a cui aggiungere i contributi per metro di distanza dalla rete, indicativamente tra i 70 e i 100 euro;
  • l’allacciamento del gas dipende sia dalla distanza dall’abitazione con lo snodo della rete di distribuzione, che dalla complessità dei lavori. I costi sono indicativamente tra i 200 e i 1.500 euro, a cui si aggiungono i costi di accertamento da parte del tecnico abilitato, tra i 47 e i 70 euro;
  • l’allaccio all’acqua varia a seconda del gestore locale e possono comportare dai 100 ai 300 euro per singola fornitura d’acqua, a cui aggiungere eventuali costi per la predisposizione del contatore;
  • l’allacciamento alla fognatura è solitamente pagato al Comune, con un contributo una tantum a seconda della località, tra 500 e 2.000 euro. In molti casi, questa spesa è parzialmente assorbita dagli oneri di urbanizzazione previsti dal D.P.R. 380/2001, ma l’allaccio specifico all’immobile potrebbe comportare costi aggiuntivi per il proprietario.

Passando invece ai servizi non essenziali, la necessità più comune è quella del collegamento telefonico e, ancora, della linea internet. Sempre a titolo esemplificativo:

  • una nuova linea telefonica può richiedere tra gli 80 e i 150 euro, con la predisposizione di una o due prese telefoniche in casa. Tuttavia, spesso gli operatori garantiscono promozioni con attivazione gratuita;
  • una nuova linea internet prevede costi variabili a seconda della tipologia di collegamento. Ad esempio, una fibra ottica FTTH può richiedere dai 50 ai 200 euro, quando non offerta gratuitamente dall’operatore, mentre per un contratto FWA i costi variano a seconda della complessità dell’installazione dell’antenna esterna. Anche in questo caso, l’operatore potrebbe fornire l’installazione gratuita.

Le possibili agevolazioni per gli allacciamenti

Di fronte a una spesa importante, che può superare anche i 3.000 euro nelle situazioni meno vantaggiose, è più che lecito domandarsi se esistano delle agevolazioni per gli allacci, almeno per i servizi essenziali. Ad esempio, come funziona l’IVA sugli allacciamenti per la prima casa?

In linea generale, se l’acquisto di un immobile riguarda la prima casa, è possibile approfittare di un’aliquota IVA ridotta al 4%, anziché al 22%, purché l’abitazione non rientri in categorie catastali di lusso, come la A/1, l’A/8 e l’A/9. Tuttavia, è necessario sapere che tale riduzione vale unicamente per i costi fatturati dal costruttore all’acquirente, non invece per le spese che i singoli gestori potrebbero applicare al sottoscrittore delle forniture.

Come facile intuire, un elemento fondamentale per dimostrare che l’immobile sia la prima casa è trasferirvi la residenza. Naturalmente, è possibile intestare utenze senza avere la residenza, perdendo però i benefici fiscali previsti.

Chi deve pagare gli allacci?

Specificati quali siano i costi indicativi per dotare un immobile di nuova costruzione di tutte le forniture necessarie, è più che lecito domandarsi chi debba farsi carico di questi costi. In merito alla suddivisione delle spese, ci si potrà trovare in due diverse situazioni:

  • la gestione dei costi tra costruttore e proprietario;
  • la divisione delle spese tra proprietario e affittuario.

Chi paga gli allacci tra costruttore e proprietario

Quando si acquista un immobile di nuova costruzione, la suddivisione del costo degli allacciamenti dipende dal tipo di contratto stretto tra il costruttore e il proprietario. Di solito:

  • il costruttore si fa carico degli oneri di urbanizzazione primaria previsti dal D.P.R. 380/2001, cioè il Testo Unico dell’Edilizia. Questo perché l’impresa che ha edificato l’immobile si è anche occupata della realizzazione degli impianti;
  • il proprietario si occupa degli allacci finali alla rete esterna e alla sottoscrizione delle forniture e, se necessario, dei costi di certificazione finale.
Allacciamenti, accordo tra proprietario e costruttore
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Come già specificato, nulla vieta a costruttore e proprietario di accordarsi differentemente. Ad esempio, il contratto d’acquisto può includere delle opzioni “chiavi in mano” con utenze già attive, quindi con costi già sostenuti dal costruttore.

Gli allacciamenti in affitto: come si dividono i costi

Come si procede, invece, per i costi degli allacci in una casa affittata a terzi? In linea generale:

  • al proprietario spettano i costi della prima attivazione delle utenze della casa in affitto. In altre parole, se l’immobile di nuova costruzione è sprovvisto di allacciamenti alla rete esterna, dovrà essere il proprietario a provvedervi, anche perché l’articolo 1575 del Codice Civile impone a quest’ultimo di garantire l’abilità dell’immobile all’affittuario;
  • all’inquilino spettano invece i costi di voltura, subentro o nuova fornitura in caso l’appartamento affittato sia già dotato di allacci con la rete esterna. In altre parole, si occupa della sottoscrizione della fornitura con l’operatore di sua preferenza.

Anche in questo caso, locatore e locatario possono accordarsi differentemente, purché le specifiche dello stesso accordo siano testimoniate all’interno del contratto d’affitto.

Infine, è utile ricordare che in caso di controversie - sia tra costruttore e proprietario, che tra locatore e locatario - è possibile adire le vie legali. Ad esempio, se il costruttore dovesse venire meno agli accordi sottoscritti con il proprietario, quest’ultimo può inoltrare una diffida formale tramite raccomandata A/R. 

In caso la missiva non sortisse alcun effetto, è possibile procedere con una richiesta al tribunale, dopo un tentativo di conciliazione. Poiché la procedura è molto complessa, il consiglio è quello di affidarsi al proprio legale di fiducia.

Per vedere gli immobili di nuova costruzione puoi visitare la sezione dedicata su idealista (clicca qui).

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