Alexander Belle e Antonio Meucci: due nomi che si rincorrono nella storia travagliata dell'invenzione del telefono.
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chi ha inventato il telefono
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C'è una domanda, apparentemente semplice, che però nasconde una delle storie più intricate e dibattute della tecnologia moderna. Chi ha inventato il telefono? Dietro la nascita di uno degli strumenti che ha rivoluzionato la comunicazione umana, si intrecciano scoperte, intuizioni geniali, dispute legali e riconoscimenti tardivi. L’invenzione del telefono non è solo una questione di primati tecnici, ma anche di battaglie per il merito, brevetti contesi e orgoglio nazionale.

Chi è il vero inventore del telefono?

La paternità di questa invenzione, che ha rivoluzionato la comunicazione mondiale, è stata al centro di accese dispute tra due figure chiave: Antonio Meucci e Alexander Graham Bell.

L’Italia, grazie all’intuizione di Meucci, ha avuto un ruolo essenziale in questa vicenda, mentre la consacrazione mondiale è arrivata con Bell e la sua capacità di industrializzare e diffondere il nuovo mezzo di comunicazione.

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Antonio Meucci e il telettrofono: l’intuizione italiana

Antonio Meucci, nato a Firenze nel 1808, fu un pioniere visionario che dedicò gran parte della sua vita alla ricerca di soluzioni per la trasmissione della voce a distanza. Trasferitosi negli Stati Uniti per motivi economici, tra il 1849 e il 1854 realizzò diversi prototipi di un apparecchio capace di trasmettere segnali vocali tramite impulsi elettrici. 

Questo dispositivo, che chiamò “telettrofono”, utilizzava una membrana metallica che vibrava al passaggio delle onde sonore, convertendo la voce in segnali elettrici e permettendo così la comunicazione tra ambienti separati. L’uso pratico del telettrofono iniziò proprio nella casa di Meucci: il suo obiettivo era facilitare la comunicazione con la moglie malata, costretta a letto su un piano diverso dell’abitazione.

Nonostante l’ingegnosità del progetto, Meucci dovette affrontare enormi difficoltà economiche. Nel 1871 riuscì a depositare solo un “caveat”, ossia una dichiarazione provvisoria di brevetto presso l’Ufficio Brevetti degli Stati Uniti. Tuttavia, non poté rinnovarlo negli anni successivi per mancanza di fondi, lasciando così la sua invenzione priva di una protezione definitiva.

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Firenze, la targa commemorativa sotto Casa Meucci - I, Sailko, CC BY-SA 3.0 Wikimedia commons

Alexander Graham Bell e il brevetto: la consacrazione internazionale

Mentre Meucci lottava per vedere riconosciuta la propria invenzione, Alexander Graham Bell, scienziato scozzese emigrato in America, presentava nel 1876 il brevetto ufficiale per quello che sarebbe diventato il telefono moderno (brevetto n. 174.465). Il dispositivo brevettato da Bell era sorprendentemente simile al telettrofono di Meucci, ma grazie a una migliore situazione economica - esattamente come per l'invenzione della lampadina - e a una rete di contatti influenti, Bell riuscì a ottenere rapidamente il riconoscimento internazionale.

Poco dopo fondò la Bell Telephone Company, avviando la produzione su larga scala e favorendo la rapida diffusione del telefono negli Stati Uniti e nel resto del mondo. La prima comunicazione telefonica documentata avvenne quando Bell pronunciò la storica frase: “Mr. Watson, come here – I want to see you”, rivolgendosi al suo assistente.

L’11 giugno 2002, dopo una lunga rivalutazione storica, il Congresso degli Stati Uniti ha riconosciuto ufficialmente Antonio Meucci come vero inventore del telefono, attribuendogli la paternità dell’idea originale.

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Un uomo utilizza il primo telefono di Bell, 1915 Getty images

Altri protagonisti nella disputa sull'invenzione del telefono

Accanto ai nomi più celebri, diversi scienziati e inventori hanno contribuito in modo significativo alla nascita del primo telefono. Le loro ricerche, spesso indipendenti ma parallele, testimoniano quanto fosse diffusa la ricerca di un metodo per trasmettere la voce a distanza già dalla metà dell’Ottocento.

  • Johann Philipp Reis: fisico tedesco, nel 1860 costruì un dispositivo che trasmetteva suoni e parole su brevi distanze. Il suo apparecchio, sebbene rudimentale, rappresentò uno dei primi tentativi concreti di comunicazione elettrica della voce.
  • Innocenzo Manzetti: inventore originario della Valle d’Aosta, nel 1865 presentò un telefono a induzione magnetica funzionante. Il suo progetto non fu mai brevettato, ma la sua intuizione anticipò alcune soluzioni poi adottate da altri inventori.
  • Elisha Gray: ingegnere statunitense, depositò un brevetto per un dispositivo simile a quello di Bell esattamente lo stesso giorno del 1876. La coincidenza diede origine a una delle più celebri dispute della storia della tecnologia. Gray fu riconosciuto come uno degli inventori che più si avvicinarono alla realizzazione pratica del telefono.
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Telefoni anni '50 Getty images

Chi ha inventato il telefono senza fili portatile

Come il telefono fisso, anche il telefono senza fili (wireless phone) non ha un singolo inventore, ma si è sviluppato in più fasi:

  • I primi esperimenti di telefonia mobile risalgono agli anni ’40 negli Stati Uniti, con sistemi radio usati in auto.
  • Nel 1965, in Svezia, la Ericsson sviluppò i primi prototipi di telefoni cordless.
  • Il cordless domestico, come lo conosciamo oggi, venne brevettato nel 1968 da George Sweigert, un ingegnere americano, che depositò la prima invenzione di un telefono senza fili per uso casalingo.
  • Negli anni ’80, il cordless si diffuse su larga scala grazie allo sviluppo di tecnologie radio più affidabili e sicure.
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