Per raggiungere l'obiettivo "estremamente ambizioso" di uno stop ai motori diesel e benzina nel 2035 deciso dai ministri dell'Ambiente dei 27 paesi dell'Ue, è necessario intraprendere "azioni drastiche" sulle infrastrutture di ricarica e garantire l'accesso alle materie prime necessarie alla mobilità elettrica. Lo comunica in una nota l'Acea, l'associazione dei costruttori di auto europei.
"Per essere molto chiari: l'industria automobilistica contribuirà pienamente all'obiettivo di un'Europa a emissioni zero nel 2050. Ma la decisione del Consiglio solleva questioni significative a cui non è stata ancora data risposta, come ad esempio come l'Europa garantirà un accesso strategico alle materie prime chiave per la mobilità elettrica", ha affermato Oliver Zipse, presidente Acea e Ceo di Bmw.
"Se l'Ue vuole essere un pioniere della mobilità sostenibile, la disponibilità di questi materiali deve essere garantita. In caso contrario, saremo minacciati da nuove dipendenze, poiché altre regioni economiche si sono già organizzate in tal senso", ha detto Zipse.
"In futuro, l'apertura tecnologica significa che anche l'idrogeno e altri combustibili CO2 neutrali possono svolgere un ruolo importante nella decarbonizzazione del trasporto su strada", ha aggiunto.
Nel contesto dei negoziati in corso sul regolamento sulle infrastrutture dei combustibili alternativi (Afir), Acea esorta anche i decisori politici a dar seguito a quanto stabilito per l'industria automobilistica con obiettivi infrastrutturali per ciascuno stato membro. La revisione intermedia nel 2026 del regolamento sulla CO2 sarà "fondamentale" per monitorare i progressi relativi agli sviluppi del mercato, alla diffusione delle infrastrutture e alla disponibilità delle materie prime.
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