Permangono riserve ma ha presentato volto più moderato
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Askanews

"Chi è la vera Giorgia Meloni? Una sobillatrice di estrema destra, una conservatrice che difende i valori della famiglia, un convinto difensore dell'Ucraina o una minaccia per l'Unione Europea in uno dei suoi momenti più cruciali?". E' quanto si è chiesto in un articolo il Financial Times, che ha sottolineato come la leader di Fratelli d'Italia sia abile "nel presentare volti diversi, in patria e all'estero", nella sua scalata verso la carica di primo premier donna d'Italia se, come previsto, le elezioni generali di domenica determineranno la vittoria della coalizione di destra guidata dal suo partito.

Nella vasta platea di personaggi poco attraenti della destra della politica italiana, prosegue il quotidiano economico britannico, "il meglio che si può dire di Meloni è che non è Matteo Salvini della Lega, la cui stella è svanita con l'ascesa di quella della leader di FdI e ora ne è compagno di coalizione. Fortunatamente per Bruxelles, che deve presentare un fronte unito contro la guerra della Russia in Ucraina e gestire anche l'impennata dei prezzi dell'energia, non condivide le sue opinioni filo-Cremlino (entrambi hanno attenuato il loro euroscetticismo, aiutati da un fondo di salvataggio dell'Ue per il coronavirus da 200 miliardi di euro). Né è assalita dai precedenti dubbi di Silvio Berlusconi, con cui è stata al governo e il cui partito Forza Italia sostiene la coalizione".

Tuttavia, prosegue il Financial Times, "permangono gravi riserve su Meloni, in particolare perché un'ondata di partiti di estrema destra sta vivendo una preoccupante rinascita in tutta Europa. Si definisce una conservatrice di centrodestra, ma ha rifiutato di rinnegare le radici del suo partito, la cui bandiera porta ancora la fiamma fascista". Meloni ha sostenuto i blocchi navali per impedire ai migranti di raggiungere l'Italia dal Nord Africa e, sottolinea ancora il quotidiano della City, è a favore delle famiglie tradizionali e contro le "lobby Lgbt". 

Dal canto suo, Meloni ha strategicamente presentato un volto più moderato durante la campagna elettorale, dove la preoccupazione principale degli elettori è la crisi del costo della vita e il caro bollette, non l'immigrazione. Parte del suo fascino popolare, al di là del suo stile schietto, è che è percepita come una novità. A differenza dell'alleato Salvini, si è rifiutata risolutamente di entrare nel governo di unità nazionale di Mario Draghi, premier uscente ed ex presidente della Banca centrale europea.

Il rovescio della medaglia - avverte il Ft - è la sua inesperienza in un momento in cui la credibilità dell'Italia sia a Bruxelles che nei mercati finanziari è cruciale. Draghi è stato in grado di negoziare il pacchetto di salvataggio dell'Italia da 200 miliardi di euro, ma è subordinato alla riforma, così come lo sarebbe il nuovo schema di acquisto di obbligazioni della Bce per contenere gli oneri finanziari dei Paesi fortemente indebitati, come l'Italia.

Meloni sembra consapevole del fato che il suo successo è legato alla stabilità economica dell'Italia e ha sostenuto la responsabilità fiscale, almeno per ora. Molto dipenderà dalla sua scelta del ministro dell'Economia - ruolo spesso ricoperto da un tecnico - così come da quelle agli Esteri e all'Energia.

Il quotidiano britannico, tuttavia, osserva come "malgrado la competenza di Draghi, l'Italia non potrà essere governata per sempre da tecnocrati. Bruxelles dovrebbe incoraggiare questo passo democratico, per quanto sfumato. Evitare un governo Meloni, con tutte le sue posizioni illiberali, non farebbe altro che spingerlo verso gli angoli più bui del nazionalismo condiviso dall'Ungheria di Viktor Orban". Presto, conclude l'editoriale, si scoprirà "chi è veramente Meloni. Gli italiani, e l'Ue, devono sperare che la sua maschera relativamente più moderata non cada", la conclusione dell'articolo.

 

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