"I prossimi mesi saranno complessi, alla luce dei rischi geopolitici e del probabile permanere dei prezzi dell'energia su livelli elevati. Le risorse a disposizione del Paese per rilanciare gli investimenti pubblici e promuovere quelli privati non hanno tuttavia precedenti nella storia recente e potranno dar luogo a una crescita sostenibile ed elevata, cosi' da porre termine alla lunga fase di sostanziale stagnazione dell'economia". E' quanto scrive il ministro dell'Economia, Daniele Franco, nella premessa al Nadef 2023, Nota di aggiornamento al Def, il cui testo è stato approvato dal Consiglio dei ministri.
Il Pnrr, viene sottolineato, "ha dotato il Paese di ingenti risorse per promuovere la transizione ecologica e digitale, rilanciare la crescita e migliorare l'inclusione sociale, territoriale, generazionale e di genere". Anche in un contesto difficile come quello attuale, esistono margini perchè le previsioni indicate nella Nota di aggiornamento al Def "siano superate".
Per l'anno in corso, si prevede che il livello tendenziale del Pil aumenti del 3,3%, rispetto al 3,1% contenuto nello scenario programmatico del Def approvato in aprile, grazie alla crescita superiore al previsto registrata nel primo semestre e pur scontando una lieve flessione del Pil nella seconda metà dell'anno. Inoltre, "per effetto del positivo andamento delle entrate e della moderazione della spesa primaria sin qui registrati quest'anno", si prevede che l'indebitamento netto (deficit) tendenziale scenda dal 7,2% del 2021 al 5,1%, un livello inferiore all'obiettivo programmatico definito nel Def, pari al 5,6%.
Anche il rapporto debito/Pil è previsto in netto calo quest'anno, al 145,4% dal 150,3% del 2021, con un ulteriore sentiero di discesa negli anni a seguire fino ad arrivare al 139,3% nel 2025. Nel 2023, a causa dell'indebolimento del ciclo internazionale ed europeo, la crescita tendenziale prevista scende allo 0,6% rispetto al 2,4% programmatico del Def di aprile; l'indebitamento netto tendenziale a legislazione vigente viene previsto al 3,4%, inferiore all'obiettivo programmatico del 3,9%.
Le stime, viene precisato, "sono improntate, come per i precedenti documenti di programmazione, a un approccio prudenziale e non tengono conto dell'azione di politica economica che potrà essere realizzata con la prossima legge di bilancio e con altre misure". Toccherà dunque al nuovo esecutivo, eventualmente, decidere le misure per modificare questo quadro. I tempi per scrivere la manovra saranno strettissimi e infatti, seppur non ufficialmente, tecnici del centrodestra sarebbero già al lavoro, in collaborazione con le strutture di governo, per impostare il lavoro in vista dell'insediamento che non arriverà prima della seconda metà di ottobre. Nessun "aiuto" dal governo Draghi, ma una "necessità oggettiva" dettata dal calendario, garantiscono fonti parlamentari di centrodestra.
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