I tassi di interesse della Bce devono salire ulteriormente: "non siamo ancora al livello necessario per riportare l'inflazione tempestivamente al 2%". Ma al tempo stesso, il capo economista dell'istituzione, Philip Lane ribadisce il contesto di elevata incertezza sulle prospettive di economia e prezzi, rileva i forti recenti cali dei corsi dell'energia e avverte che "dobbiamo restare aperti su dove dovranno arrivare i tassi".
E in una intervista al Financial Times, Lane prevede inoltre che questa fase di assestamento finale del costo del danaro dell'area euro, al livello massimo che sarà ritenuto appropriato "non sarà solo un tema per la prossima riunione del Consiglio o le prossime due: sarà una questione che durerà il prossimo anno o i prossimi due".
Sui tassi dell'area euro "è importante riconoscere che c'è ancora del lavoro da fare. Non siamo ancora al livello necessario per riportare l'inflazione al 2% in maniera tempestiva". Intanto, secondo il capo economista della Bce, i governi devono a loro volta ridurre i rimanenti eccessi di deficit di bilancio. "Quindi, nei prossimi anni sarà necessario un aggiustamento rilevante. Ma questo aggiustamento dovrebbe essere un ritorno a una situazione normale, non una correzione eccessiva forzata", avverte.
"Stiamo lavorando in un quadro di alta incertezza. Guardiamo solo un esempio concreto: rispetto a dove eravamo a metà dicembre, quando abbiamo tenuto il nostro ultimo Consiglio direttivo, ci sono stati forti cali dei prezzi dell'energia. Molto di questo ha a che fare con la mitezza delle temperature delle ultime settimane. Questo è un esempio del perché dobbiamo essere aperti su dove dovranno andare i tassi di interesse".
Ad ogni modo "ora, a metà gennaio, e resta il fatto che operiamo molti scenari su dove dovranno andare i tassi. Nella maggior parte di questi, nella stragrande maggioranza di questi, i tassi devono essere più alti di quanto lo siano ora. Come abbiamo discusso i rischi non sono ancora bivalenti", cioè quello di fare troppo poco e quello di fare troppo.
"Dove esattamente finiranno i tassi dipenderà da una molteplicità di fattori", dice ancora Lane. "La prima fase per noi è stata quella di normalizzare la linea, di portare i tassi via dal minimo verso a un valore più corrispondente alla neutralità. Lo abbiamo fatto, quindi ora abbiamo il tasso attorno al 2% che è il campo base dell normalità. Ma non siamo ancora al livello in cui rischi diventano bivalenti. Quindi dobbiamo alzare ancora i tassi. Una volta che avremo fatto ulteriori progressi i rischi diventeranno bivalenti e dovremo bilanciare il rischio di fare troppo rispetto a quello di fare troppo poco. Non si tratta di una questione che riguarderà il prossimo Consiglio o i prossimi due, ma durerà il prossimo anno i prossimi due anni".
Inoltre Lane spiega come "ci attendiamo di vedere nei prossimi mesi l'impatto degli rialzi dei tassi dello scorso anno su investimenti e consumi. Questo ci aiuterà a decidere quanto energicamente si stiano scaricando nell'economia reale nelle dinamiche di inflazione".
1 Commenti:
mortacci tua direttò!
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