Scegliere innanzitutto tempistiche "adeguate": ad esempio operando durante le fasi di crescita economica. E fare leva più sui tagli alla spesa che su aumenti delle entrate. Con queste modalità le manovre di risanamento dei conti pubblici hanno "elevate probabilità di ridurre in maniera strutturale i debiti". Lo sostiene il Fondo monetario internazionale, in un capitolo anticipato dal World Economic Outlook, che verrà pubblicato integralmente domani mentre si sono aperte le assemblee primaverili a Washington con la Banca mondiale.
La ricetta non è certo "nuova", è una raccomandazione di policy che l'istituzione e altri organismi simili ripropongono da anni. Un elemento che è stato in parte aggiornato, successivamente al piano di correzione dei conti imposto sulla Grecia su cui lo stesso Fmi fece un parziale "mea culpa", è quello di scegliere appunto le fasi di crescita economica per effettuare queste manovre di aggiustamento.
Sempre secondo l'istituzione di Washington "gli effetti di riduzione del debito pubblico delle manovre di aggiustamento dei conti vengono rinforzati quando accompagnati da riforme strutturali volte a sostenere la crescita economica", e quando vengono attuato in presenza di "solide architetture istituzionali". Dato che non sempre ci sono queste condizioni, e dato che "il risanamento dei conti tende a frenare la crescita del Pil, in media le manovre di consolidamento hanno effetti trascurabili sull'incidenza dei debiti pubblici", rileva il Fmi.
La raccomandazione, va chiarito, non è specificatamente rivolta alle economie avanzate altamente indebitate. Infatti, il capitolo esamina la situazione di dissesto del debito, che per lo più si verifica nelle economie in via di sviluppo. Quando si è in presenza di una simile situazione, secondo il Fmi serve adottare "un approccio che metta insieme una rilevante ristrutturazione del debito, rinegoziando i termini dei pagamenti, con il risanamento dei conti e politiche che sostengano la crescita economica", in modo da avere effetti di lungo termine sulla riduzione dei livelli di indebitamento.
"E' essenziale il coordinamento tra i creditori. Infine - ricorda il Fmi - storicamente crescita economica e inflazione hanno contribuito a ridurre i tassi di indebitamento".
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