In Italia il rialzo dei tassi ufficiali della Bce "continua a trasferirsi al costo del credito. I prestiti bancari si sono contratti tra novembre e febbraio, in particolare quelli verso le imprese, per effetto della debolezza della domanda e di criteri di offerta più stringenti". Lo rileva la Banca d'Italia nel Bollettino economico, in cui evidenzia anche che "la crescita dei prestiti alle famiglie si è sostanzialmente annullata (-0,1 per cento, da 2,3 sui tre mesi), principalmente per il rallentamento dei mutui per l'acquisto di abitazioni".
A febbraio il credito al settore privato non finanziario è diminuito del 3,2 per cento "per effetto della forte riduzione di quello alle imprese (-7,5 per cento, da -3,1 in novembre). Queste ultime hanno effettuato ingenti rimborsi - si legge - attingendo all'ampia liquidità che detenevano presso le banche. La contrazione riflette un indebolimento diffuso a tutti i settori e in particolare il calo nei servizi. La crescita dei prestiti alle famiglie si è sostanzialmente annullata (-0,1 per cento, da 2,3 sui tre mesi), principalmente per il rallentamento dei mutui per l'acquisto di abitazioni".
"Dalla metà di gennaio le condizioni dei mercati finanziari sono peggiorate anche in Italia, riflettendo gli stessi fattori che han- no condizionato gli andamenti internazionali. In marzo le difficoltà di alcuni intermediari negli Stati Uniti e in Svizzera hanno determinato pressioni al ribasso sui corsi azionari, soprattutto nel comparto finanziario", si legge.
Tuttavia "le banche dell'area dell'euro, comprese quelle italiane, si trovano in una condizione nettamente migliore di quella osservata in occasione di passati episodi di crisi - ribadisce Bankitalia - grazie all'alta patrimonializzazione, all'abbondante liquidità e a una redditività in forte recupero".
L'alta inflazione intacca i consumi delle famiglie
L'alta inflazione intacca pesantemente i consumi delle famiglie. In Italia la spesa per consumi "è decisamente diminuita nel quarto trimestre, riflettendo l'impatto negativo dell'inflazione sul potere di acquisto, seppure in parte mitigato dagli interventi governativi", mentre per i primi mesi di quest'anno "l'insieme degli indicatori congiunturali prospetta una sostanziale stazionarietà". Lo riferisce la Banca d'Italia nel Bollettino economico, riportando anche un calo della propensione al risparmio delle famiglie ai minimi storici.
Nel quarto trimestre del 2022 la spesa in termini reali delle famiglie per consumi, sia di beni sia di servizi, si è contratta dell'1,6% rispetto al terzo trimestre, "tornando poco al di sotto del livello prepandemico. In particolare, il calo degli acquisti di beni ha interessato tutte le principali categorie, anche a causa dei forti rincari che hanno ridotto il potere di acquisto delle famiglie".
Secondo Bankitalia il potere di acquisto delle famiglie risulta diminuito del 3,7 per cento. Mentre la propensione al risparmio "è scesa di due punti percentuali (al 5,3 per cento), collocandosi sui valori minimi dall'inizio della serie storica".
Successivamente, l'indicatore dei consumi di Confcommercio è sceso nel bimestre gennaio-febbraio, riflettendo la flessione della spesa in servizi, a fronte di una stazionarietà di quella in beni. Il clima di fiducia dei consumatori ha continuato tuttavia a crescere, prosegue Bankitalia, sospinto da un miglioramento dei giudizi sulla situazione economica generale, nonché delle attese sulla disoccupazione e di quelle sull'andamento dei prezzi. Si mantengono invece su livelli contenuti le valutazioni delle famiglie relative alla propria situazione economica.
Tornando al quarto trimestre dello scorso anno, il debito delle famiglie italiane in rapporto al proprio reddito disponibile lordo è diminuito rispetto al trimestre precedente, al 62,5 per cento (94,1 per cento nell'area dell'euro), principalmente per effetto della crescita del reddito disponibile. Anche in rapporto al Pil il debito delle famiglie si è ridotto, al 41,7 per cento (57,2 nell'area dell'euro).
per commentare devi effettuare il login con il tuo account