Non mancano le difficoltà che vanno affrontate
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Carlo Sangalli
Carlo Sangalli Getty images
Askanews

Il Def fotografa "il 2023 come spartiacque tra la brillante fase di reazione post pandemica e il 2024 come momento di nuovo impulso alla crescita, basato sulla realizzazione del Pnrr, dentro il rinnovato quadro di regole europee". Lo ha detto il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, nella conferenza stampa di apertura del forum dell'associazione, dove ha parlato anche dei prezzi dell'energia, dell'inflazione e della necessità di trovare nuovi lavoratori per il settore terziario.

"Non mancano né sono occultate le oggettive difficoltà che vanno affrontate - ha proseguito - il rientro lento dell'inflazione, gli esigui spazi fiscali per sostenere la crescita, i ritardi nell'utilizzo dei fondi pubblici nazionali ed europei, l'incertezza presso famiglie e imprese che frena i consumi e la propensione all'investimento. Sullo sfondo resta la preoccupazione di evitare a tutti i costi, di sprecare l'occasione di fare le riforme che da molto, troppo tempo, l'Italia chiede e che l'Italia merita".

Lavoratori per il settore terziario

"Scorrendo i dati dell'osservatorio terziario e lavoro dell'ufficio studi - ha ricordato - negli ultimi due anni la crescita di tutti gli occupati in Italia è stata di quasi un milione e 800mila unità, di cui i tre quarti proprio nel terziario di mercato. In questo settore oggi c'è però una vera e propria emergenza rappresentata dalla carenza di personale. Solo nella filiera turistica e nel commercio quest'anno rispetto al 2022 c'è bisogno di circa 560mila lavoratori in più. E di questi il 40% potrebbero essere introvabili soprattutto per mancanza di competenze".

Secondo Confcommercio "per creare nuova occupazione servono più crescita e più produttività. E anche la costruzione di un compiuto sistema di politiche attive, utile per favorire l'incontro tra domanda e offerta. Sistema che però sconta ancora un considerevole ritardo. Guardiamo pertanto con favore alla riforma delle politiche per il lavoro, così come delineata dal Pnrr, che sembrerebbe tracciare un importante cambio di prospettiva. Un cambio di prospettiva rappresentato dalla stretta correlazione tra queste politiche e il sistema dei sostegni al reddito e dal ruolo centrale che assume la formazione. Un nuovo paradigma che si pone l'obiettivo di aumentare il tasso di occupazione - ha aggiunto Sangalli - e intervenire sulla distanza tra le professionalità formate dal sistema educativo e le opportunità offerte dal sistema produttivo".

 Inflazione ed energia impongono adeguamento

"Serve anche uno straordinario impegno sul versante della sua governance, così come per bandi e semplificazioni, per il reclutamento di personale e per l'assistenza tecnica agli enti locali - ha detto - bisogna fare presto e bene. Il Pnrr è un'opportunità irripetibile per rendere l'Italia più moderna, efficiente, inclusiva, aperta all'innovazione e al merito. E la sua necessaria rivisitazione è anche l'occasione per mettere in campo interventi per rilanciare il settore del turismo e, in generale, il terziario di mercato".

Secondo Confcommercio "occorre fare di tutto per ridurre i ritardi politici, amministrativi e operativi e realizzare gli interventi strategici e capaci di produrre effetti positivi durevoli, in particolare nel Mezzogiorno, per costruire una crescita più robusta e duratura".

Energia, danni a famiglie

 La questione energetica ha messo a "dura prova" il sistema economico e sociale creando "danni a famiglie e imprese. I pur confortanti segnali di riduzione del costo delle forniture di energia osservati di recente - ha detto - non devono far dimenticare che la spesa energetica complessiva delle imprese del terziario di mercato si attesterà nel 2023 a circa 38 miliardi di euro, ancora molto al di sopra dei 13 miliardi del 2021".

Secondo Sangalli "possiamo certo affermare che il peggio sia passato, ma resta confermata una sostanziale incertezza dello scenario internazionale, come resta confermato il rallentamento dell'economia mondiale".

A un anno dall'esplosione del conflitto in Ucraina "ancora oggi ci troviamo a dover fronteggiare le conseguenze dirette e indirette della guerra - ha aggiunto - ha acuito l'intensità ed esteso nel tempo le pregresse tensioni inflazionistiche. La crescita generalizzata dei prezzi, sebbene abbia intrapreso l'atteso percorso di rallentamento, è ancora elevata. A fronte di una normalizzazione delle politiche di aiuti pubblici, l'inflazione, soprattutto in questi mesi, riduce il potere d'acquisto dei redditi e il valore reale dei risparmi".

Pil: crescita +0,9% nel 2023 e +1,2% nel 2024

"Quest'anno il Pil crescerà dello 0,9% contro l'1% stimato dal Governo e dell'1,2% nel 2024 contro l'1,5% previsto nel Def. "A nostro avviso il primo trimestre di quest'anno è piatto e non in crescita a causa di una produzione industriale non brillante e di consumi fragili, nonostante l'ottimo andamento del turismo - sottolinea il report - per quanto riguarda l'inflazione anche noi la vediamo in riduzione, ma sempre più elevata della dinamica del reddito disponibile monetario. Ciò dovrebbe comportare comunque un ritorno a tassi di crescita dei consumi piuttosto moderati, dopo la battuta d'arresto significativa dell'ultimo quarto dello scorso anno

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