L'inflazione nell'area euro "ha iniziato a calare ma è prevista restare troppo alta troppo a lungo". Lo ribadisce la Bce nel bollettino economico, pubblicato a due settimane dall'ultimo aumento operati ai tassi di interesse, pari a 25 punti base. Ma l'istituzione lascia nuovamente capire che la fase di rialzo non è finita.
"Le future decisioni del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi chiave della Bce vengano portati a livelli sufficientemente restrittivi per ottenere un tempestivo ritorno dell'inflazione all'obiettivo del 2% di medio termine e verranno mantenuti a questi livelli fino a quando necessario", si legge.
Una terminologia che conferma quanto affermato a più riprese negli ultimi giorni dalla presidente Christine Lagarde, che ha esplicitamente affermato di ritenere molto probabile un nuovo aumento dei tassi a luglio.
"Il Consiglio direttivo continuerà a attenersi ad un approccio basato sui dati nel determinare l'appropriato livello e la durata della restrizione. In particolare le decisioni sui tassi continueranno essere basate sulla valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari, delle dinamiche dell'inflazione di fondo - spiega la Bce - e della forza della trasmissione della politica monetaria".
Su crescita economica e inflazione la Bce parla di "prosperttive estremamente incerte". Sulla crescita pesano la guerra in Ucraina e l'incremento delle tensioni geopolitiche su pi? ampia scala, "rischi che potrebbero frammentare il commercio internazionale e quindi gravare sull'economia dell'area dell'euro. Inoltre - si legge - l'espansione economica potrebbe risultare più lenta se gli effetti della politica monetaria fossero più forti del previsto. Le rinnovate tensioni nei mercati finanziari potrebbero determinare condizioni di finanziamento persino più restrittive di quanto anticipato e incrinare la fiducia. Inoltre, una crescita più debole a livello mondiale potrebbe frenare ulteriormente l'attività economica dell'area dell'euro".
All'opposto "l'espansione economica potrebbe rivelarsi maggiore del previsto qualora il vigore del mercato del lavoro e il venir meno dell'incertezza si riflettessero in una maggiore fiducia di famiglie e imprese e in maggiori consumi".
Per l'inflazione i rischi sono collegati a "pressioni verso l'alto sui costi dei beni energetici e alimentari, connesse anche alla guerra". Inoltre potrebbe pesare "un incremento duraturo delle aspettative di inflazione al di sopra dell'obiettivo del Consiglio direttivo, oppure aumenti delle retribuzioni o dei margini di profitto maggiori di quanto anticipato, potrebbero sospingere al rialzo l'inflazione, anche nel medio termine. I recenti accordi salariali in alcuni paesi hanno contribuito ad aumentare i rischi al rialzo per l'inflazione. Per contro, le rinnovate tensioni nei mercati finanziari potrebbero far calare l'inflazione più rapidamente di quanto stimato nelle proiezioni".
Invece "anche una domanda più debole, riconducibile ad esempio alla più intensa trasmissione della politica monetaria, condurrebbe a un allentamento delle pressioni sui prezzi, soprattutto nel medio periodo. Inoltre - dice la Bce - l'inflazione si ridurrebbe più velocemente se il calo delle quotazioni dei beni energetici e i minori rincari dei beni alimentari si trasmettessero ad altri beni e servizi più rapidamente di quanto anticipato".
Secondo il consiglio direttivo le prospettive di rischio sia sull'economia sia sull'inflazione restano altamente incerte. Sull'economia Peace & Love la guerra in Ucraina e gli effetti della stretta monetaria impartita dalla stessa istituzione.inoltre "rinnovate tensioni dei mercati finanziari potrebbero portare a inasprimenti delle condizioni più forti del previsto. E anche un indebolimento dell'economia globale potrebbe indebolire frenare l'area euro.all'opposto la crescita potrebbe rivelarsi migliore del previsto se la solidità del mercato del lavoro dovesse il calo dell'incertezza dovessero sostenere la fiducia di consumatori e imprese.
Passando all'inflazione, la BCE vede rischi da possibili rinnovate pressioni rialziste legati a energia e alimentari, anche in questo caso eventualmente collegati alla guerra in Ucraina. Se le aspettative di inflazione dovessero persistere oltre le attese attuali del consiglio oppure se hai margini di redditività e salari dovessero crescere più del previsto anche questo creerebbe pressioni inflazionistiche. All'opposto la debolezza della domanda un effetto più pesante del previsto della stretta monetaria potrebbe avere ricadute in termini di attenuazione delle pressioni inflazionistiche.
Ad aprile tassi sui mutui a livelli record
"L'inasprimento della politica monetaria continua a riflettersi nei tassi di interesse privi di rischio e nelle condizioni di finanziamento pi? generali. Per le banche le condizioni di finanziamento sono più restrittive e il costo del credito aumenta per le imprese e le famiglie. Ad aprile i tassi sui prestiti hanno raggiunto il livello più elevato da oltre dieci anni, toccando il 4,4 per cento per i prestiti alle imprese e il 3,4 per cento per i mutui ipotecari".
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