Gli elevati tassi di interessi sui titoli pubblici riducono margini di interventi
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Askanews

In una situazione soggetta a rischi di natura interna e soprattutto internazionale "la manovra appare improntata a un'ottica di breve periodo, con interventi temporanei e frammentati". Lo afferma la presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), Lilia Cavallari, nell'audizione sulla manovra nelle Commissioni bilancio di Senato e Camera, che sottolinea come la riduzione del debito sia "una strada obbligata" che non può essere rallentata.

"Per il secondo anno consecutivo - spiega Cavallari - si prevede sia un aumento del deficit per il primo anno rispetto a quanto precedentemente stabilito, sia il rinvio all'anno finale dell'orizzonte previsivo - il 2026 - del conseguimento di un disavanzo inferiore al 3 per cento del Pil".

Sebbene l'impatto della manovra sia coerente con gli obiettivi programmatici stabiliti nella Nadef 2024, "ogni rallentamento sulla strada obbligata di riduzione del debito rischia di comprimere ulteriormente i margini di manovra per affrontare condizioni sfavorevoli, quali shock inattesi o rallentamenti della crescita".

A pesare è "l'elevato onere sul servizio del debito, aggravato dal rialzo dei tassi di interesse e dal maggior ricorso all'indebitamento. Un aumento permanente della curva dei rendimenti sui titoli di Stato di un punto percentuale dal 2024 - conclude Cavallati - comporterebbe un aumento della spesa per interessi pari a circa 20,5 miliardi cumulati nel triennio 2024-26".

Taglio cuneo penalizza 1.100 euro redditi sopra 35.000

 La conferma del taglio del cuneo contributivo "garantisce un importante supporto ai redditi da lavoro bassi e medi, in particolare il reddito degli operai". Ma per i redditi superiori a 35.000 euro, soglia oltre la quale cessa la decontribuzione, il rischio è di una perdita di 1.100 euro. Lo afferma la presidente dell'Upb, Lilia Cavallari, nell'audizione sulla manovra nelle Commissioni bilancio di Senato e Camera.   La modalità per fasce, in cui si articola l'agevolazione, "fa cessare ogni beneficio oltre la soglia di retribuzione lorda di 35.000 euro, con una perdita di circa 1.100 euro con il superamento di tale soglia per un solo euro".

Nell'eventualità di ulteriori proroghe, conclude la presidente dell'Upb "vi sarebbe un forte disincentivo al lavoro e si renderebbe più complesso il raggiungimento degli accordi di rinnovo contrattuale". Sarebbe quindi opportuno "risolvere questi meccanismi".

Pil 2023 raggiungibile, aumentano rischi sul 2024

Le previsioni del governo sulla crescita contenute nella Nadef e validate "sono ancora accettabili per il 2023 mentre sono decisamente aumentati i rischi al ribasso per l'anno prossimo".

"Le previsioni macroeconomiche ufficiali sul PIL si collocano nella fascia alta delle attese rispetto a quelle di altre istituzioni e analisti privati - ha detto la presidente dell'Upb Lilia Cavallari - Gli obiettivi di crescita del Governo per il 2024 sono raggiungibili, ma solo sotto l'ipotesi che si rafforzi consistentemente la domanda estera e che avanzino speditamente i progetti del PNRR".

"Sullo sfondo, si fanno più evidenti le criticità legate all'integrale utilizzo dei fondi del Piano, affiancate dai rischi di natura esterna" ha aggiunto.

Attuazione Pnrr non rinviabile

 Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) "ha un ruolo centrale per il sostegno dell'economia e la sua attuazione non può  ammettere rinvii". 

Secondo stime dell'Upb, ha aggiunto la presidente "il pieno avanzamento dei progetti del Pnrr fornirebbe uno stimolo all'attività economica che, è determinante per lo sviluppo nel prossimo biennio. Nel 2026, anno in cui si dovrebbe completare il programma europeo, le stime dell'Upb indicano che il Pnrr dovrebbe spingere il livello del Pil tra i 2,3 e i 2,6 punti percentuali rispetto allo scenario in assenza del Piano. Affinché tale risultato sia raggiunto occorre avanzare speditamente con l'attuazione degli interventi".

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