La pensione di reversibilità è una misura per il sostegno ai familiari superstiti di un pensionato (o di un lavoratore) deceduto. La norma di riferimento, tuttavia, prevede dei limiti per la cumulabilità delle pensioni di reversibilità con eventuali redditi del coniuge superstite. Tali limiti sono agganciati al trattamento minimo che viene rivalutato annualmente in base all’inflazione media registrata negli ultimi 12 mesi. Scopriamo, quindi, cosa determina la rivalutazione delle pensioni minime per la reversibilità.
Come si calcola la pensione di reversibilità?
Ogni anno i limiti di reddito per ricevere la pensione di reversibilità possono subire modifiche, anche significative, visto che l’importo spettante è correlato alla situazione economica del superstite in relazione al trattamento minimo (pensione minima) che viene rivalutato annualmente in base all’inflazione media registrata negli ultimi 12 mesi.
Se fa parte del nucleo famigliare uno o più figli fino a 21 anni, studenti (fino a 26 anni) o inabili la prestazione viene erogata senza tagli, indipendentemente dal reddito percepito. Pertanto, il trattamento di reversibilità è correlato alla pensione diretta precedentemente ricevuta dal pensionato deceduto, che può essere di vecchiaia, di anzianità, di invalidità o di altro tipo.
Questo differenzia la pensione di reversibilità dalla pensione indiretta, che è riservata ai familiari più vicini di un soggetto assicurato ma non ancora titolare di una pensione diretta. Per gli iscritti alla previdenza pubblica (Inps-Inpdap), il coniuge superstite ha diritto al 60% della pensione goduta in vita dal titolare, mentre al figlio unico superstite, minore, studente o inabile spetta il 70%. Nel caso in cui ci siano figli e coniuge aventi diritto, a ciascun figlio spetta il 20%. Se il coniuge non ha diritto, a ciascun figlio spetta il 40%. Infine, genitori, fratelli e sorelle hanno diritto al 15% ciascuno.
Per poter ricevere la pensione di reversibilità bisogna comunicare ogni anno all’Inps i propri redditi tramite invio del modello 730 o, in alternativa, il modello Red Inps. L’Inps ha comunicato l’avvio della campagna Red 2022 e della presentazione dei modelli ACC.AS/PS: il termine di presentazione è unico ed è stato fissato al 28 febbraio 2024.
Cosa cambia nel 2024 per le pensioni di reversibilità?
Nel corso dell’anno passato, abbiamo assistito a un incremento senza precedenti dell’importo del trattamento minimo, a causa di un’inaspettata inflazione media dell’8,1%. Questo aumento ha determinato un conseguente innalzamento delle soglie reddituali per poter beneficiare della pensione di reversibilità al 100% della quota spettante.
Nel 2024, quindi, entreranno in vigore nuovi limiti reddituali per la pensione di reversibilità. Considerando il trattamento minimo annuo di 598,61 euro, i limiti per il taglio sarebbero:
- Reversibilità totale per redditi entro il limite di 23.345,79 euro;
- Taglio del 25% per redditi compresi tra 23.345,79 euro e 31.127,72 euro;
- Taglio del 40% per redditi compresi tra 31.127,72 e 38.909,65 euro;
- Taglio del 50% per redditi superiori a 38.909,65 euro.
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