Sulla scia dell’invasione dell’Ucraina, la Russia è ora il Paese più sanzionato al mondo, con 16.077 sanzioni contro individui ed entità russe attualmente in vigore, quasi sei volte l’importo rispetto a prima che riconoscesse le regioni di Luhansk e Donetsk come Stati indipendenti il 22 febbraio 2022.
Come mostra il grafico di Statista, basato sui dati aggregati da Castellum.AI, l’invasione di Putin ha spinto la Russia oltre una delle più grandi nemesi degli Stati Uniti nell’Asia occidentale. Prima dell’invasione dell’Ucraina, l’Iran era di gran lunga lo stato più sanzionato della storia, con 3.616 sanzioni attive da parte di Stati Uniti, Nazioni Unite, UE e Paesi come Australia, Canada, India e Israele.
Il rapporto tra quest'ultima e la Repubblica islamica è stato particolarmente teso, con le controversie sull'arsenale atomico iraniano e la sua posizione generale ostile nei confronti di Israele che minacciano di intensificarsi regolarmente. La maggior parte delle sanzioni imposte alla Siria, che è al terzo posto nella lista di Castellum.AI, derivano dagli eventi legati alla guerra civile siriana iniziata nel 2011.
In seguito ai disordini civili legati al movimento della Primavera Araba, si sono verificati scontri tra le forze del presidente Bashar al-Assad e un’improbabile coalizione di attori nazionali e stranieri spesso contrastati su questioni cruciali ha portato, nel corso degli anni, a una crisi umanitaria e allo sfollamento interno ed esterno di oltre la metà dei 22 milioni di abitanti della Siria.
A guidare l’attuale serie di sanzioni contro la Russia sono Stati Uniti, Canada, Svizzera e Regno Unito con rispettivamente 3.551, 2.765, 2.225 e 1.749 restrizioni. La maggior parte di queste sanzioni colpisce individui (11.462), mentre le entità hanno 4.344 sanzioni contro di loro, le navi 169 e gli aerei 102. In queste cifre non sono incluse le sanzioni settoriali come gli embarghi commerciali generali su gas o petrolio.
Oltre alle sanzioni messe in atto dagli stati-nazione e dagli organi di governo, secondo i ricercatori della Yale School of Management, oltre 1.000 aziende si sono in qualche modo ritirate dal mercato russo, tra cui pesi massimi del settore come Adidas, Google, Disney, Exxon o Volkswagen.
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