Come le monete antiche, quelli rari possono valere milioni di euro. Che cosa sapere prima di iniziare una collezione
Commenti: 0
Investire francobolli
Pixabay

Monete rare, vini pregiati e orologi di lusso: il collezionismo negli ultimi anni ha riservato belle sorprese a chi ha avuto la pazienza e il budget per puntare sulla rivalutazione di questi beni.  Il grande “classico” però restano i francobolli: ve ne sono di rari e sono sempre ricercati dagli appassionati di tutto il mondo.

La loro estrema varietà la rende una passione accessibile a tutte le tasche e dato che non occupano molto spazio si prestano a essere lasciati in eredità ( o sul fondo di un  cassetto) molto facilmente: ovviamente, i pezzi di valore devono avere una serie di caratteristiche ben precise e sperare di trovarne uno di elevato valore in una soffitta o in un mercatino dell’antiquariato è un po’ come confidare di vincere alla lotteria.

Ma quali sono i fattori che ne determinano il valore? E come può questo oggetto da collezione trasformarsi in un asset finanziario anti-inflazione?

Ne abbiamo parlato con Giorgio Cuneo, proprietario di una collezione filatelica dell’area italiana, la “Collezione Cuneo”, ( di cui una piccola parte di circa 40.000 pezzi, del valore di circa 36 milioni di euro, è stata messa all’incanto lo scorso 22 febbraio).

Le collezioni di francobolli sono "tornate di moda"? 

Non vi è dubbio che vi sia un interesse crescente per il collezionismo, sebbene i trend di mercato stiano cambiando, anche per i mutati interessi delle nuove generazioni. La filatelia “da bar”, tanto diffusa anche nel nostro paese fino ad alcuni decenni fa è senz’altro scomparsa. Piuttosto l’interesse verso i francobolli da collezione non è mai venuto meno, anzi è costantemente in aumento, così come lo sono i valori dei pezzi importanti (basta guardare le battute d’asta degli ultimi anni). In costante apprezzamento vi sono anche la storia postale e la posta aerea.

Quali sono i fattori che incidono sul valore dei francobolli?

Il valore di un francobollo è determinato da molteplici fattori a partire dall’epoca della sua emissione e dalla tiratura, poiché non tutti i francobolli sono stati stampati in quantità uniformi nel corso della storia.

Uno tra i periodi più interessanti per l’Italia è quello compreso tra il 1850 quando, grazie al Regno del Lombardo Veneto, fu introdotta la prima serie di francobolli nel nostro paese, e il 1874 circa.

Oltre al fattore temporale, anche l’uso riveste un ruolo significativo nella sua valutazione, ci sono ad esempio francobolli che sono stati stampati in periodi storici o per avvenimenti ben precisi, ad esempio per supportare le comunicazioni delle truppe in guerra, oppure nel momento in cui non vi era stata ancora l’unificazione dell’Italia e il nostro Paese era suddiviso in Stati.

Anche lo stato di conservazione del francobollo contribuisce a determinare il valore. L’oggetto infatti non deve presentare pieghe o strappi, i margini e la dentellatura devono essere intatti e il riquadro deve essere il più possibile centrato. Anche la colorazione è determinante poiché il francobollo non deve apparire sbiadito o danneggiato dall’esposizione al sole o dall’umidità.

Quali sono oggi i francobolli di maggior valore?

Se gli anni a cavallo dell’Unità d’Italia sono quelli che racchiudono i pezzi di maggior valore, proprio per la loro portata storica, vi sono però alcune eccezioni: negli anni più recenti spicca il “Gronchi Rosa”, un francobollo del 1961 da sempre riconosciuto come uno dei più rari e prestigiosi. Inoltre, il “foglietto 18enni”, emesso nel 2008 dal Governo per tutti i neo-diciottenni, con la versione blu per i ragazzi e rosa per le ragazze, essendo in disponibilità limitata, vale oggi circa qualche centinaio di euro.

Così come per ogni paese, anche l’Italia ha il suo catalogo filatelico di riferimento, il Sassone, che riporta tutti i francobolli emessi dall’inizio fino ai giorni nostri indicando per ciascuno il relativo valore.

Da che parte iniziare a realizzare una collezione di francobolli?

Sicuramente un neofita dovrebbe prima di tutto individuare un periodo storico e un contesto geografico di suo interesse e farsi affiancare da uno o più esperti, noti per le loro competenze in quel campo.

In passato, sino a 30-40 anni fa, la tendenza era quella di staccare i francobolli dalle buste o dalle lettere. Oggi si cerca di non rimuovere i francobolli affrancati alle buste o alle lettere (ricordiamo che in passato la lettera era ripiegata su sé stessa e non si utilizzava la busta), così da mantenerli integri e preservarne il valore. Inoltre vi è sempre più interesse per la storia postale e oltre al valore intrinseco del francobollo, attraverso i testi è possibile anche ottenere una testimonianza di un particolare evento storico.

Quali sono i criteri o i suggerimenti per creare una collezione? 

Sicuramente vi sono dei criteri soggettivi legati all’interesse del collezionista. In particolare, assume rilevanza il periodo storico e l’area geografica. Vi sono poi dei criteri legati al budget a disposizione. Un suggerimento prezioso può essere quello di comprare attraverso canali ufficiali, come le case d’asta specializzate, per contenere il rischio di essere truffati.

Come si  come riconosce  un pezzo di pregio?

Sicuramente i mercatini sono un luogo di ritrovo affascinante dove il folklore si mescola alla tradizione, tuttavia sperare di trovare un francobollo di valore su un banchetto è un po’ come trovare un Raffaello appeso alla parete del salotto.

Dato che il rischio di falsificazione è molto elevato, è essenziale che l’autenticità sia garantita da un esperto, che il valore sia periziato e che l’acquisto avvenga tramite canali ufficiali.

Per valutare correttamente un francobollo, è infatti essenziale ottenere una certificazione. Ci sono numerosi periti specializzati, sia in Italia sia all’estero, che operano in specifici settori e periodi storici e che possono certificare il valore del francobollo. In Italia, ad esempio, i periti possono essere specializzati in diverse epoche come il periodo moderno, il Regno d’Italia e l’Occupazione. Si tratta di periti indipendenti o associazioni di periti.

Come si conserva una collezione da lasciare ai posteri?

In appositi album, in un ambiente buio e privo di polvere, con temperatura ed umidità controllate. Ulteriori accorgimenti possono poi essere presi in base al tipo di carta, basica o acida.

Vedi i commenti (0) / Commento

per commentare devi effettuare il login con il tuo account