Le vendite di case esistenti negli Stati Uniti, ad aprile, hanno registrato ancora un ribasso come a marzo. L'indice, redatto dalla National Association of Realtors (Nar), l'associazione di settore è sceso dell'1,9% rispetto al mese precedente a un tasso annualizzato di 4,14 milioni di unità. Gli analisti prevedevano un dato a 4,24 milioni. Le vendite rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente sono crollate dell'1,9%.
Il prezzo mediano di una casa esistente è salito rispetto a un anno prima del 5,7% a 407.600 dollari. Per esaurire completamente le case disponibili per la vendita servirebbero 3,5 mesi. Per Lawrence Yun, capo economista della NAR "questi tassi ipotecari, che rappresentano un aumento di 300 punti base rispetto al ritmo pre-Covid" portano in un territorio inesplorato dove serve verificare quanto "l'effetto lock-in frenerà le vendite di case".
Fed: tassi alti più a lungo del previsto, inflazione delude
I dati recenti sull'inflazione Usa "non hanno accresciuto la fiducia nei progressi verso il 2% e, di conseguenza, hanno indicato che il processo di disinflazione probabilmente richiederà più tempo di quanto si pensasse in precedenza" E' quanto si legge nei verbali dell'ultima riunione di politica monetaria della Federal Reserve del 30 aprile e 1 maggio scorsi, che ha deciso all'unanimità dei partecipanti il mantenimento dei tassi di riferimento nella forchetta tra 5,25 e 5,5%.
I responsabili della politica monetaria Usa "hanno discusso del mantenimento dell'attuale politica restrittiva per un periodo più lungo qualora l'inflazione non mostrasse segni di movimento sostenibile verso il 2%" si legge nei verbali. Inoltre "vari partecipanti hanno menzionato la volontà di inasprire ulteriormente la politica qualora i rischi di inflazione si materializzassero in modo tale da rendere opportuna tale azione".
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