Nel 2021, il reddito familiare netto medio annuo è di 33.798 euro (2.816 euro al mese), ma essendo la distribuzione dei redditi asimmetrica la metà delle famiglie non supera i 26.979 euro (2.248 euro al mese). La distribuzione del reddito a livello regionale mostra sostanziali differenze: Calabria e Sicilia sono le regioni dove la diseguaglianza, misurata in termini di concentrazione del reddito, è più elevata, mentre la maggiore uniformità nella distribuzione dei redditi si registra nelle Marche e nella Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste. La disuguaglianza nella distribuzione del reddito in Italia è superiore alla media Ue. E' quanto emerge dal rapporto 'Noi Italia' dell'Istat.
Nel 2022, la spesa media mensile delle famiglie residenti in Italia è pari in valori correnti a 2.625 euro, in marcato aumento (+8,7%) rispetto al 2021, ma la crescita in termini reali è pressoché nulla, per effetto dell'inflazione (+8,7% la variazione su base annua dell'Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato per i Paesi dell'Unione europea - Ipca). Le famiglie spendono in media 482 euro mensili per prodotti alimentari e bevande analcoliche, mentre la spesa per beni e servizi non alimentari è di 2.143 euro al mese.
Il capitolo di spesa che pesa maggiormente è quello per abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili, manutenzioni ordinarie e straordinarie per un totale di 1.010 euro al mese (38,5% della spesa media familiare totale). Nel Nord-ovest si spendono in media 755 euro in più del Mezzogiorno. Le regioni con la spesa media mensile più elevata sono Trentino-Alto Adige/ Südtirol (3.466 euro) e Lombardia (3.051 euro), mentre Puglia e Calabria sono quelle con la spesa più contenuta (rispettivamente, 1.983 e 1.839 euro al mese).
In condizione di povertà assoluta oltre 2,18 milioni di famiglie
Nel 2022, sono in condizione di povertà assoluta oltre 2,18 milioni di famiglie (8,3% del totale delle famiglie residenti, da 7,7% nel 2021), per un totale di oltre 5,6 milioni di individui (9,7%, in crescita dal 9,1% dell'anno precedente). Il peggioramento della povertà assoluta è imputabile, in larga misura, alla forte accelerazione dell'inflazione. E' quanto emerge dal rapporto 'Noi Italia' dell'Istat.
I minori colpiti dalla povertà assoluta sono 1 milione 269 mila, appartenenti a 720 mila famiglie. Gli stranieri in povertà assoluta sono oltre 1 milione 700 mila, con un'incidenza della povertà assoluta tra gli stranieri pari al 34,0%, valore di oltre quattro volte e mezzo superiore a quello degli italiani. La situazione è particolarmente critica per chi vive in affitto: oltre 983 mila famiglie in povertà assoluta vivono in affitto (45% delle famiglie povere).
L'incidenza della povertà assoluta tra le famiglie in affitto è del 21,2%, mentre tra quelle che vivono in abitazioni di proprietà è del 4,8%. Entrambi i valori sono in crescita rispetto al 2021. Nel 2022, l'incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (10,7%), con un picco nel Sud (11,2%) seguito da Nord-est (7,9%) e Nord-ovest (7,2%); il Centro conferma i valori più bassi di incidenza (6,4%).
Nel 2022, sono in condizione di povertà relativa oltre 2,6 milioni di famiglie (10,1% del totale delle famiglie residenti, in calo dal 10,9% del 2021), per un totale di 8,2 milioni di individui (14,0%, in calo rispetto al 14,8% dell'anno precedente). Nel 2022, l'incidenza della povertà relativa familiare decresce nel Mezzogiorno (19,3% rispetto al 21,2% nel 2021); in particolare, nel Sud passa dal 23,1% al 20,6%, mentre le restanti ripartizioni mostrano stabilità.
Nel 2022, nel Mezzogiorno vive in condizione di grave deprivazione materiale e sociale il 9,3% della popolazione residente (oltre 1,8 milioni di individui), mentre nel Nord-est l'1,6% (oltre 182mila individui).
per commentare devi effettuare il login con il tuo account