Il Fondo monetario internazionale (Fmi) prevede che quest'anno il rapporto deficit/Pil dell'Italia cali al 3,3%, dal 3,4% del 2024, e poi che scenda ulteriormente al 2,8% nel 2026, sotto quindi la soglia del 3% stabilita dal Patto di stabilità e di crescita. Per il 2027 è prevista una ulteriore riduzione al 2,6% e per il 2028 al 2,4%, mentre sul 2029 è attesa una risalita al 2,5%, restando a quel valore nel 2030.
Sempre secondo il Fmi, in base alle tabelle previsionali aggiornate dopo l'ultimo World Economic Outlook, il rapporto tra debito pubblico e Pil dell'Italia salirebbe quest'anno al 137,3%, dal 135,3% del 2024, e poi al 138,5% nel 2026 al 138,6% nel 2027, per poi tornare a limarsi al 138,1% nel 2028 e al 137,7% nel 2029 137,7% del 2030.
Per quanto riguarda la crescita economica dell'Italia, il Fmi prevede che resti inferiore all'1% almeno da qui al 2030. Per quest'anno, dopo gli ultimi tagli effettuati nel World economic Outlook, l'istituzione stima una espansione del Pil dello 0,4%, cui dovrebbe seguire 0,8% nel 2026, un più 0,6% nel 2027, più 0,7% nel 2028 e una crescita sempre dello 0,7% sia su 2029 che su 2030. I dati sono contenuti nelle tabelle previsionali aggiornate relative alla penisola.
Sul fronte della disoccupazione, il Fondo monetario internazionale prevede che il tasso di disoccupazione in Italia si mantenga al 6,7% quest'anno e il prossimo, per poi aumentare al 6,8% nel 2027, al 6,9% nel 2028 e tornare a limarsi al 6,8% sia nel 2029 che nel 2030.
Per quanto riguarda l'inflazione, infine, secondo il Fondo monetario internazionale, quest'anno l'inflazione media in Italia si attesterà l'1,7%, per poi accelerare al 2% nel 2026 (con un più 1,959% dei prezzi) e restare al 2% negli anni dal 2027 al 2030.
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