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Tasi e Imu, le incertezze sul “tax day” del 16 giugno 2015
GTRES

Il pagamento della prima rata di Imu e Tasi deve essere effettuato entro il 16 giugno 2015. Alla cassa sono chiamati per quanto riguarda l’imposta municipale i proprietari di seconde e prime case di lusso (A/1, A/8 e A/9), per quanto riguarda l’imposta sui servizi indivisibili i proprietari di prime e seconde abitazioni e, nel caso di affitto, gli inquilini per la percentuale che spetta loro. Ma a pochi giorni dalla scadenza tante sono le incertezze che incombono sul cosiddetto “tax day”. Andiamo a scoprirle.

I modelli di pagamento Tasi

Di recente, l’Ifel (fondazione Anci per la finanza locale) ha fatto sapere che l’obbligo di inviare i modelli precompilati non solo non emerge dalla normativa, ma è nella pratica inattuabile perché presuppone l’esatta conoscenza dei soggetti passivi. Una conoscenza di fatto impossibile, in quanto manca l’allineamento degli archivi catastali e c’è incompatibilità con la scadenza della dichiarazione Tasi, fissata dalla legge al 30 giugno “dell’anno successivo”. I contribuenti, di conseguenza, dovranno provvedere autonomamente a calcolare il tributo, ferma restando la possibilità di richiedere assistenza agli enti locali per la compilazione dei bollettini.

Obbligo dichiarativo Tasi

Il 30 giugno scade il primo obbligo dichiarativo e ancora non è del tutto chiaro se i contribuenti dovranno utilizzare i modelli comunali oppure aspettare quelli ministeriali. A tal proposito, il dipartimento delle Finanze ha fatto sapere che i Comuni non possono adottare un proprio modello per la dichiarazione Tasi, che deve essere unico per l’intero territorio nazionale, da adottarsi con decreto ministeriale (risoluzione 3/DF del 25 mazro 2015). Ma secondo l’Ifel (nota 27 marzo 2015) la disciplina della Tasi non prevede l’adozione di un modello unico ministeriale e quindi ogni Comune deve approvare il proprio modello di dichiarazione.

Detrazione Imu

In merito alla nuova detrazione di 200 euro per i terreni agricoli ex montani, introdotta dal Dl 4/2015, non è da escludere un ulteriore intervento normativo, considerato che la legge 34/2015 (di conversione del Dl 4/2015) piuttosto che chiarire le norme da applicare per il 2015 ha sollevato altri dubbi sulle fattispecie di esenzione. Alcuni Comuni si sono posti il problema di evitare pagamenti anticipati e di disporre per i terreni agricoli una proroga del termine, ponendo un apposito quesito alla Corte dei conti, che lo ha dichiarato inammissibile. Ma bisogna considerare che i giudici contabili non forniscono più pareri in materia tributaria e che si tratta di un’operazione fattibile per via dell’autonomia regolamentare (articolo 52 Dlgs 446/97), non essendoci il vincolo della quota statale. Sarebbe, dunque, auspicabile un intervento legislativo.

La scadenza del 16 giugno 2015

Tante sono ancora le incertezze, il punto sul quale non si ha alcun dubbio è che il 16 giugno 2015 scade il termine ultimo per effettuare il pagamento dell’acconto di Imu e Tasi. La procedura di calcolo è sostanzialmente identica. Si parte dalla stessa base imponibile, alla quale si applicano i coefficienti moltiplicatori distinti per categoria catastale. Al valore ottenuto devono essere applicate le aliquote Imu e Tasi decise dai Comuni e si ottiene la cifra da versare. L’acconto sarà pari al 50% dell’importo complessivo 2015. Il 16 dicembre dovrà essere effettuato il saldo considerando le aliquote approvate quest’anno.

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