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Scadenza della presentazione della dichiarazione Imu 2021, ecco la data da ricordare
GTRES

La scadenza per la presentazione della dichiarazione Imu 2021 è fissata per il 30 giugno. Ad essere interessati sono i contribuenti che devono comunicare al proprio Comune variazioni di dati ed elementi che influiscono sul calcolo dell'imposta dovuta. Attenzione però ad alcuni casi particolari.

A ricordare la scadenza del 30 giugno per la presentazione della dichiarazione Imu 2021 al Comune è anche Confedilizia, che sottolinea però la mancata chiarezza ad oggi sull'esistenza o meno dell'obbligo di presentazione della dichiarazione per gli immobili per i quali è stato stipulato un contratto di comodato a favore di un familiare e per le abitazioni locate a canone concordato di cui alla legge n. 431 del 1998.  

L'organizzazione dei proprietari di casa ha innanzitutto ricordato che entro il prossimo 30 giugno deve essere presentata al Comune la dichiarazione Imu relativamente a determinate situazioni in cui il possesso degli immobili ha avuto inizio o sono intervenute variazioni rilevanti ai fini della determinazione dell'imposta nel corso dell'anno 2020, come ad esempio i casi di esenzione dal pagamento dell'Imu causa Covid-19. La dichiarazione ha effetto anche per gli anni successivi, sempre che non si verifichino modificazioni dei dati e degli elementi dichiarati cui consegua un diverso ammontare dell’imposta dovuta. 

Confedilizia ha però evidenziato che, al momento, non è stata fatta chiarezza sull'esistenza o meno dell'obbligo di presentazione della dichiarazione per gli immobili per i quali è stato stipulato un contratto di comodato a favore di un familiare e per le abitazioni locate a canone concordato di cui alla legge n. 431 del 1998. Come precisato da una nota, "per tali fattispecie – nel rispetto dei vari requisiti previsti dalla norma – il possessore ha diritto a specifiche riduzioni Imu, in virtù delle quali potrà pagare rispettivamente il 50% o il 75% dell'imposta annua. Cioè si è in presenza di situazioni rilevanti ai fini della determinazione dell'imposta che potrebbero essere il presupposto per la presentazione della dichiarazione Imu". 

Secondo quanto spiegato da Confedilzia, si tratta di una questione non chiara, dal momento che il decreto Crescita aveva previsto per entramve le fattispecie l'esonero dall'obbligo di presentazione della dichiarazione Imu. Una disposizione presa "perché i Comuni sono in grado – anche per il tramite dell'Agenzia delle Entrate, trattandosi di contratti registrati – di conoscere le situazioni in questione senza dover gravare il contribuente di ulteriori oneri formali". 

Ma la normativa Imu è stata poi abrogata e sostituita dalla nuova disciplina Imu, "che non ha recepito le semplificazioni anzidette (valevoli, quindi, solo per le situazioni sorte nel corso del 2019), limitandosi a rimandare a un apposito decreto del Ministero dell'Economia e delle Finanze il compito di disciplinare, tra l'altro, i casi in cui deve essere presentata la dichiarazione Imu". 

Si è ancora in attesa dell'emanazione del decreto del Ministero dell'Economia e delle Finanze e dunque, al momento, "per i contratti di comodato a parenti e per i contratti a canone concordato stipulati nel corso del 2020 risulta dovuta la dichiarazione entro il 30 giugno (o altro termine deliberato dal Comune); mentre per i contratti stipulati nel corso del 2019 (ed ancora in essere nel 2020), che in base alla precedente disciplina non erano soggetti a dichiarazione, si pone il dubbio se l'esonero valga anche ai fini della nuova Imu".

Alla luce di ciò, Confedilizia afferma che "un'interpretazione prudenziale suggerirebbe di presentare pure in questi casi la dichiarazione in quanto manca una precedente dichiarazione i cui effetti si riflettano anche per gli anni successivi".  
 

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