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Case di pregio, la fabbrica delle Pastiglie Leone sorge a nuova vita
Fabbrica Pastiglie Leone torchioedaghero.it

Lo stabilimento delle storiche Pastiglie Leone di Torino verrà riconvertito: al suo interno, abitazioni di pregio.

Entro l’anno si chiuderà il cantiere che trasformerà l’ex fabbrica torinese in cui si producevano le Pastiglie Leone. Dal 2006 l’immobile non veniva più usato per la produzione delle colorate caramelle dai mille sapori dalla storia che risale a prima dell’unità d’Italia e che hanno lanciato la propria fama grazie al largo uso che se ne faceva al Parlamento piemontese.

I 1400 metri quadri dell’ex fabbrica e della villa stile Liberty in Corso regina Margherita 242, che appartenne della famiglia che ne fu proprietaria (i Monero), ospiteranno appartamenti e loft commerciali. Il progetto sarà sviluppato dall’impresa Torchio&Daghero su progetto dello studio architettonico Vairano, mentre l’interior design sarà affidato ad Andrea Fracardo e agli architetti Giulia Ceccarelli ed Emanuele Zaniboni. La riconversione degli spazi, da cui si ricaveranno 15 appartamenti di diverse metrature su tre livelli diversi, acquistabili ad una media di 2500 euro al metro quadro, avrà il valore di 2,5 milioni di euro.

Nelle parti comuni, oggetti e distributori di caramelle Leone ne ripercorreranno la lunga storia, che inizia ad Alba nel 1857 con il fondatore Luigi Leone e si sposta poi a Torino, dove le pastiglie vanno a  deliziare i palati della Real Casa. In Parlamento il ministro, poi primo ministro, Camillo di Cavour ne fece largo uso (al gusto violetta), lanciando la moda tra i parlamentari che le consumavano prima dei loro interventi, dovendo mantenere la gola sonora in assenza di microfoni: le pastiglie alla violetta furono quindi battezzate “senateurs”.

Le pastiglie, vendute nelle caratteristiche scatolette di latta, furono rilevate nel 1934 da Giselda Balla Monero e dal fratello Celso, già proprietari dell’azienda dolciaria La Vittoria. La famiglia detenne il marchio fino al 2018, lanciando inediti gusti (come quello al mojito) e superando i 10 milioni di fatturato. Dall’anno scorso l’azienda è proprietà di Luigi Barilla, vicepresidente della multinazionale italiana della pasta.

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