Il rapporto Emerging Trends in Real Estate non vede alcuna città italiana nella top 10
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Parigi
Parigi in cima alle migliori città in cui investire secondo Pwc GTRES

L’investimento immobiliare resta in cima agli interessi dei capitali europei. Nonostante l’aumento dei costi, le condizioni finanziarie e i ritorni attesi rimangono attraenti. Lo dice il report  Emerging trends in real estate Europe 2020 di Pwc e Urban Land Institute.

Città leader di investimento nel real estate 2020

Per quanto riguarda le città leader nel 2020, il report Pwc-Uli stabilisce il primato di Parigi, che scalza Lisbona dal primo posto che si era conquistata nel 2019. Le prospettive di investimento migliori, oltre che nella capitale francese, si avranno a Berlino, Francoforte, Londra (con buona pace di chi teme la Brexit) e Madrid, che scivola di una posizione rispetto al 2019.

 20202019

1

Paris

Lisbon

2

Berlin

Berlin

3

Frankfurt

Dublin

4

London

Madrid

5

Madrid

Frankfurt

6

Amsterdam

Amsterdam

7

Munich

Hamburg

8

Hamburg

Helsinki

9

Barcelona

Vienna

10

Lisbon

Munich 

Nessuna italiana nella top ten dei migliori mercati immobiliari, ma si trova Milano all’11° posto subito dietro Lisbona e subito prima di Dublino. La Capitale italiana si trova invece al 22° posto di questa classifica. Il capoluogo lombardo è al 20° posto per quanto riguarda gli aumenti degli affitti mentre Roma è al 26° posto.

Real estate europeo, quali città e driver guideranno gli investimenti nel 2020
Pwc-Uli

Tra i punti di forza di Milano è la solida economia, tra quelli di debolezza della Capitale è la scarsa trasparenza che dà alle transazioni immobiliari carattere troppo “locale”. Tuttavia, raffrontata al resto d’Europa, la stella di Milano non brilla così tanto, se è vero che le sue prospettive si localizzano al limite tra “medie” e “scarse”, mentre quelle di Roma si collocano decisamente tra le scarse.

Real estate europeo, quali città e driver guideranno gli investimenti nel 2020
Pwc-Uli

I driver dell'investimento immobiliare nel 2020

Secondo i 905 intervistati da 22 nazioni europee, l’incertezza politica (Brexit et similia) non è sufficiente a fermare l’investimento immobiliare, che ha le politiche Bce dalla propria grazie ai bassi tassi di interesse e al conseguente scarso costo dei finanziamenti.

I fondamentali su cui poggia tale convinzione basano su dinamiche strutturali quali trasformazioni urbane e demografiche che rendono soprattutto il segmento residenziale e alberghiero particolarmente interessante, consentendo al contempo di utilizzare tecnologie smart integrate. Il real estate infatti, seguendo le nuove dinamiche di urbanizzazione, non è più da intendersi come mero insieme di mattoni da costruire ma come servizio che cambia completamente l’aspetto delle città, spostando l’attenzione sui segmenti immobiliari cosiddetti “alternativi”.

A mettersi di traverso, i costi di costruzione che in tutta Europa, secondo i due terzi degli intervistati, impatteranno per un 5-7% del budget 2020 dedicato agli investimenti. Tuttavia i margini di sviluppo ci sono, anche nel settore residenziale, dal momento che il problema della disponibilità di case “abbordabili” in tutta Europa non è risolto, e secondo gli intervistati non lo sarà per i prossimi cinque anni almeno, aprendo la strada a soluzioni di acquisto e affitto variegate per farvi fronte.

Ad impattare sul real estate dei prossimi anni ci sarà naturalmente anche la sostenibilità ambientale (non a caso il report si intitola “Climate of change”), un fattore che potrebbe rappresentare un rischio per il 73% degli intervistati, influenzando anche il sentiment dell’industria.

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