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Non ci sono buone notizie per i professionisti. Dal 2005 hanno perso in media il 18,06% del loro reddito, che ora si attesta a 33.954 euro. Sono i dati del sesto rapporto realizzato dal centro studi di Adepp, l’Associazione che rappresenta 19 Casse di previdenza dei professionisti.

Rispetto al 2014, nel 2015 il reddito medio dei liberi professionisti, pari a 33.954 euro, è calato dello 0,3%. Il decremento 2014-2015 in termini nominali è più contenuto e prossimo allo zero rispetto al trend riscontrato nel periodo 2005-2015. Nonostante il dato riferito al 2015 sia ancora una stima del reddito effettivamente dichiarato, la variazione percentuale registrata tra il 2014 e il 2015 può essere letta come un primo segnale di una progressiva uscita dalla crisi.

Al contrario, il decremento 2005-2015 in termini reali è molto rilevante. Si tratta di un -18,04%. Per poter tornare agli stessi livelli di benessere del 2010, anno di inizio della crisi del settore professionale, è necessario un percorso di ripresa costante e duraturo.

Il Centro Studi Adepp ha calcolato come, sempre prendendo a riferimento i redditi nominali, e ponendo come ipotesi una crescita annua pari all’1%, sarebbero necessari circa 9 anni per poter riassorbire gli effetti della crisi. La stima di crescita utilizzata per poter proiettare i redditi (pari all’1%) appare coerente con le stime attualmente disponibili relative alle previsioni di crescita media del Pil per il 2017 e il 2018.

Il calo dei redditi delle diverse categorie professionali

Le professioni tecniche perde tra il 2005 e il 2010 in termini nominali circa il 9,4%, quelle giuridiche il 25,4%. L’area sanitaria incrementa del 25,4% e l’area economico sociale perde solo lo 0,3%.

Ecco invece i trend dei redditi nominali degli iscritti attivi a:

ENPACL -9,4% nel periodo 2005-2015,

INPGI GS co.co.co -7,5% nel periodo 2009-2015,

Cassa del notariato -36,3% nel periodo 2005-2015,

Cassa forense -20,2% nel periodo 2005-2014, il dato 2015 non risulta disponibile,

ENPAP -12,6% nel periodo 2005-2015,

ENPAPI -13,4% nel periodo 2009-2015 per quanto attiene gli iscritti attivi,

CIPAG -15,9% nel periodo 2009-2015 per quanto attiene gli iscritti attivi,

ENPAB -11,5% nel periodo 2005-2015,

INARCASSA -20,7% nel periodo 2005-2015,

CNPR -3,3% nel periodo 2005-2015,

EPPI -2,7% nel periodo 2009-2015,

CNPADC -2,3% nel periodo 2009-2015 per quanto attiene gli iscritti attivi.

In controtendenza rispetto a quanto posto in luce sin ora sono i dati inerenti gli iscritti di INPGI – Gestione Separata Liberi Professionisti –, ENPAM – Quota B –, ENPAV, EPAP ed ENPAIA (periti agrari e agrotecnici) i quali indicano una crescita dei redditi trattati.

Il presidente Adepp, Alberto Oliveti, ha sottolineato: “Si è quasi fermato il calo dei redditi. Vi è però diversità anche sostanziale tra categorie e categorie, restano sempre evidenti i gap di genere, generazionali e geografici. Fa male leggere che due terzi delle donne, dopo aver avuto un figlio, non recuperano il reddito professionale che avevano e una su sette l’azzera.

Oliveti ha poi spiegato: “Il rapporto positivo contributi/prestazioni è un indice di tenuta previdenziale. Nonostante i due parametri si stiano avvicinando va comunque sottolineato che la distanza è ancora di garanzia”.

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