Commenti: 0
Agente immobiliare nel mondo, la trasformazione high tech dopo il Covid
GTRES

L’emergenza coronavirus ha lasciato al lavoro di agente immobiliare una importante eredità high tech che consentirà per sempre di cambiare il mestiere in modo innovativo. Ne hanno discusso gli agenti di tutto il mondo affiliati a RE/MAX durante il summit virtuale Real Estate World Connection.

Effetti del lockdown sul real estate

Il summit ha coinvolto i CEO RE/MAX di 8 nazioni, in rappresentanza dei 5 continenti, che hanno offerto un’inedita testimonianza sulle implicazioni dell’emergenza sanitaria nel mercato immobiliare, confrontandosi sugli effetti della pandemia e sui nuovi scenari del Real Estate che si stanno delineando in ogni parte del mondo.

Dall’Italia al Sud Africa, dal Canada alle Filippine, dal Brasile a Israele, ogni nazione è stata coinvolta dalla pandemia trovandosi ad affrontare l’emergenza sanitaria e quella economica dovuta all’inevitabile lockdown con dinamiche che si sono rivelate allineate nonostante le specificità dei singoli mercati nazionali. Prima fra tutte il ricorso alla tecnologia. Se infatti in poche aree, come alcuni Stati degli USA, il Real Estate è stato tra le attività essenziali che hanno continuato a operare, nella maggior parte dei casi le agenzie immobiliari hanno dovuto chiudere i propri uffici. Tuttavia alcune organizzazioni dalla forte vocazione high tech, come Re/Max, hanno continuato anche in smart working a investire sulla formazione e sul rapporto con il cliente.

Come il coronavirus ha accelerato la rivoluzione dell’agente immobiliare

Questa emergenza ha accelerato la digital transformation di molti settori industriali tra cui il Real Estate, evidenziando i vantaggi su cui puntare nel nuovo scenario. “Questa emergenza ha offerto l’occasione di utilizzare metodologie di lavoro più efficienti, non solo in ottica di maggiore produttività, ma di ottimizzazione del tempo a beneficio della vita privata”, ha commentato Dario Castiglia, Ceo di RE/MAX Italia, che ricorda la necessità di non perdere il contatto con il cliente. “Non abbiamo mai smesso di comunicare, tra noi e con i clienti. Oggi più che mai è importate trasmettere messaggi relativi alla sicurezza, infondendo fiducia e tranquillità in chi deve vendere o comprare casa e che trova nelle agenzie RE/MAX interlocutori professionali, skillati e dotati di tutte le tecnologie che permettono di comprare e vendere casa in totale sicurezza”.

Concorda Adrian Goslett, CEO di RE/MAX Sud Africa: “Le agenzie del futuro saranno sempre più hi-tech. La nuova tendenza vedrà sedi più piccole e maggiori investimenti in tecnologie”. Una previsione condivisa anche da Peixoto Accyoli, CEO di RE/MAX Brasile che ha aggiunto: “Gli strumenti tecnologici per gli agenti immobiliari saranno imprescindibili, al punto che chi non li utilizzerà, difficilmente potrà operare nel nuovo mercato”.

Una trasformazione che riguarderà anche il rapporto tra clienti e intermediari immobiliari e che modificherà il ruolo delle agenzie. Su questo punto Liz Duenas, CEO di RE/MAX Filippine & Micronesia, ha sottolineato la differenza tra il contatto e la relazione: “Dovendo necessariamente ridurre gli incontri personali, la tecnologia contribuirà certamente a gestire il face-to-face business, ma rimarrà inalterata l’importanza della relazione con il cliente, che sempre di più sentirà l’esigenza di affidarsi ai professionisti dell’intermediazione immobiliare”. Della stessa opinione Ján Repa, AREA VP di RE/MAX LLC – USA: “Negli Stati Uniti la gente spesso gestisce in autonomia le compravendite utilizzando i diversi portali disponibili. Prevediamo che questa abitudine cambierà a favore della consulenza professionale di agenzie immobiliari”. Una previsione su cui concordano anche Chris Alexander, VP di RE/MAX INTEGRA – CANADA e Bernard Raskin, CEO di RE/MAX Israele, che confermano l’esigenza di professionalità già manifestata dei clienti per gestire il distanziamento sociale nelle compravendite.

Previsioni sul real estate 2020 dopo il Covid

I testimonial del Real Estate World Connection hanno manifestato complessivamente un certo ottimismo per il prossimo futuro con specificità per i singoli mercati. In Canada, dove da 10 anni il Real estate è il motore dell’economia, durante il lockdown si è registrata una contrazione delle vendite del 70-75%. Già da inizio giugno, però,il mercato si sta riattivando e prezzi sono tornati a salire. Segnali che secondo Chris Alexander fanno prevedere una veloce ripresa e un buon andamento già dall’estate.

Visione ottimistica anche per Israele, dove Bernard Raskin ipotizza un ritorno alla normalità in 2/3 mesi. Scenario più cauto per Filippine e Micronesia dove,secondo Liz Duenas,ci saranno dinamiche diverse per l’immobiliare commerciale e quello residenziale. Se da un lato, infatti, sta ripartendo il turismo proveniente da Giappone e Corea, dall’altro sono molti gli esercizi commerciali che dopo il lockdown non riapriranno l’attività. In queste aree, dove i prezzi delle case nelle grandi città sono molto elevati, si prevede una “migrazione” verso le periferie con vantaggi quali più spazio a costi più accessibili con il valore aggiunto di una migliore qualità della vita.

Una tendenza che si sta già manifestando anche in Italia. “Questa emergenza ci ha insegnato molto cose. La prima è che la casa è l’asset più importante di ogni famiglia”, ha affermato Castiglia. “Abbiamo imparato a conoscere meglio la nostra casa e i suoi limiti e da questo sono nate nuove esigenze dell’abitare che sicuramente porteranno già nel breve termine a una certa dinamicità nel mercato immobiliare”.

 

 

 
Vedi i commenti (0) / Commento

per commentare devi effettuare il login con il tuo account

Pubblicità