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L’operazione “bad bank” non è accantonata, come ha chiarito  lo stesso ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Ma, nell’attesa delle complesse trattative con la commissione europea su tale fronte, il governo cerca, con altre mosse, di alleviare le banche dagli effetti dei crediti difficili da esigere. L'esecutivo ha infatti approvato nel Cdm un nuovo decreto con misure rivolte agli istituti di credito.

Le sofferenze lorde hanno toccato ad aprile i 191,5 miliardi di euro, pari al 10% del valore complessivo degli impieghi. Una tale percentuale non si vedeva da 20 anni. E ancora peggiore è il dato totale dei crediti deteriorati, che superano i 350 miliardi di euro.

Per dare una mano alle banche, l’esecutivo ha messo a punto, in un decreto approvato ieri in consiglio dei ministri, una misura anticipata qualche tempo fa dal viceministro Enrico Morando. Vale a dire la possibilità di dedurre in un solo esercizio, al posto dei cinque previsti precedentemente, le svalutazioni effettuate sui crediti e le perdite sugli stessi, ai fini del calcolo della base imponibile di Ires e Irap.

L’obiettivo del governo è, in questo modo, incentivare le imprese del comparto a dismettere crediti incagliati, “così da alimentare il margine patrimoniale per la concessione di nuovo credito” si legge nel comunicato stampa di Palazzo Chigi. Si auspica, dunque, che il vantaggio fiscale immediato spinga le banche a concedere finanziamenti con minore difficoltà.

Provvedimento a costo zero

Per Padoan si tratta di un provvedimento “a costo zero” per il bilancio dello Stato. In teoria nel medio periodo dovrebbe essere così, ma nell’immediato ciò porterà un danno al bilancio dello Stato, dato che gli utili bancari subiranno un’inevitabile contrazione quest’anno.

Per contro, però, è anche vero che il decreto allinea la legge italiana sulle svalutazioni alla maggior parte dei Paesi europei e dovrebbe impedire l’avvio di una possibile procedura di infrazione europea per “deferred tax asset” (asset fiscali differiti).

Nel provvedimento del governo ci sono anche norme che riguardano direttamente i debitori e che hanno, comunque, un riflesso sugli istituti di credito. In costanza di una procedura concorsuale, il tribunale può autorizzare finanziamenti interinali anche nel caso di concordato in bianco e in via d’urgenza, senza attestazione di un professionista, sentiti i creditori principali. L’obiettivo è quello di aumentare le possibilità di riuscita di piani di risanamento dell’impresa in crisi.

Ristrutturazione dei debiti

Novità anche sulla ristrutturazione dei debiti. L’accordo può essere concluso con il 75% dei creditori finanziari, se questi rappresentano almeno la metà dell’indebitamento. Resta fermo l’integrale pagamento dei creditori non finanziari. In questo modo si evita che una minoranza di creditori finanziari possa bloccare l’esito della procedura.
 

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