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I segnali che arrivano dal mercato sono indubbiamente positivi e scaturiscono da un miglioramento del clima di fiducia, che a sua volta ha determinato un aumento della domanda potenziale. Ma il clima generale è offuscato da due incognite: la prima, riguarda le debolezza di parte dei potenziali acquirenti, l'altra, è legata alla presenza nei bilanci delle banche di immobili a garanzia di buona parte dei crediti deterioriati. Secondo Luca Dondi, direttore generale di Nomisma e ospite di Immonext 2017, l'immissione di questo stock sul mercato a prezzi svalutati avrebbe ricadute disastrose sul mercato immobiliare.

"E' bastata una piccola ripresa del Pil - afferma Luca Dondi - anche se più contenuta rispetto alle previsioni, perché si tornasse a parlare di casa. Negli ultimi due anni è raddoppiata la propensione all'acquisto immobiliare. Ma questa domanda potenziale non può prescindere dal supporto del credito: infatti si stima 4/5 degli acquirenti andrà in banca a chiedere un mutuo".

Ad alimentare la domanda di credito c'è sicuramente una maggiore disponibilità delle banche, impensabile negli anni passati. "Tassi di interesse ai livelli storici - seppur in lieve incremento negli ultimi mesi - aumento notevole delle erogazioni, passate dai 20 ai 50 miliardi".

"Anche l'aumento della attività transattiva è la logica conseguenza della pressione di questa domanda potenziale e della ridotta politica di selettività delle banche". Cio' non ha avuto un riflesso nei prezzi delle case, che "continuano a scendere, anche se in maniera più contenuta rispetto al passato"

Le incognite che frenano la ripresa

Ma a frenare la ripresa del settore ci sono due importanti incognite. La prima è legata alla debolezza di parte della domanda potenziale "che vorrebbe, ma non puo',  permettersi l'acquisto di una casa". Ecco perché è "necessaria un'offerta migliore, di soluzioni alternative, come la locazione, oltre a soggetti capaci di gestire quest'offerta".

L'altro elemento di debolezza è legato alla presenza di un forte stock di immobili posti a garanzia di parte dei crediti deteriorati delle banche. "Se le banche vendessero tali immobili, lo farebbero a prezzo di saldo, inferiore anche del 75% rispetto al valore di mercato. Cio' avrebbe ricadute disastrose sulla stabilità del settore immobiliare, con una svaluzione importante dei prezzi degli immobili".

Questo è un rischio che il Paese non puo' correre, quindi bisogna fare molta attenzione nel momento in cui si cerca la salvaguardia dei bilanci bancari attraverso una dismissione veloce dei crediti tossici, a quelle che potrebbero essere le ricadute di sistema"

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antonino
4 Marzo 2017, 15:08

mi piacerebbe sapere quali e dove si trovano queste case che le banche vorrebbero dismettere a prezzi inferiori del 75% del valore effettivo.Sarebbe interessante acquistarle.

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