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La crisi immobiliare di New York non è definitiva: ecco i segnali della ripresa
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Tra pandemia e prelievi fiscali, le residenze a New York, in particolare quelle di pregio, hanno sofferto come non mai, con vendite in drastico calo e offerta di immobili mai così alta dal 2011. Il 2021 potrebbe essere l’anno della ripresa, secondo una ricerca di Corcoran.

Dopo il lockdown l’offerta di immobili a Manhattan è salita a 9277, i lnumero più alto dal maggio 2011 e il 56% in più rispetto all’inizio del 2020. Ma a dicembre 2020 si sono visti alcuni segnali distensivi: le vendite nel segmento condo sono aumentate del 21% rispetto allo stesso periodo del 2019. Si tratta del quarto aumento consecutivo su base mensile. L’inventario di mercato ha inoltre visto un assorbimento dell’8% rispetto al mese di novembre.

La crisi immobiliare di New York non è definitiva: ecco i segnali della ripresa
Corcoran

“A spingere il numero delle vendite c’è sicuramente il calo dei prezzi, - spiega Andrea Pedicini, broker immobiliare della società Corcoran, attiva nella Grande Mela. - La dinamicità del mercato immobiliare di Manhattan ha consentito ai venditori di incrociare velocemente le aspettative in termini di prezzo dei compratori”.

Resta infatti alta la negoziabilità: l’87% dei contratti di vendita mediati da Corcoran a dicembre è stato firmato al di sotto dell’ultimo prezzo richiesto, con sconti che hanno raggiunto il 6% sull’ultima richiesta, in aumento dell’1,4% rispetto a novembre 2020.

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Corcoran

Positivi, e ancor una volta in decisa controtendenza rispetto agli scenari funesti di qualche mese fa, anche i dati legati al mercato degli affitti: a dicembre la vacancy a Manhattan è scesa per la prima volta dall'inizio della pandemia, assestandosi al 5,5% dal 6,14% di novembre (di solito è tra il 2 e il 3%). Il numero di nuovi contratti di locazione siglati a Manhattan a dicembre è aumentato del 36% rispetto a novembre e addirittura del 93,6% rispetto all’anno precedente.

“Si tratta del segnale più evidente che le persone stanno tornando in città, anche in questo caso attratte da canoni di locazione decisamente vantaggiosi, con prezzi in calo mediamente del 15-20% rispetto a prima della pandemia”, sottolinea Pedicini.

Cosa aspettarsi quindi dai prossimi mesi? “E’ ragionevole concludere che i prossimi 6-9 mesi rappresentino un’opportunità d’investimento storica a New York, analogamente a quanto avvenuto dopo la crisi finanziaria del 2008-2009”, spiega Pedicini. “I prezzi, ribassati in media del 10-15% rispetto al picco di mercato precedente, sono destinati a rimanere tali almeno fino all’estate. Questo, inserito in un contesto macroeconomico in netto miglioramento dal 2021 in poi, crea le condizioni migliori per l’investitore di medio-lungo termine”.

New York, quindi, non è morta? “New York è tutto tranne che morta e le condizioni attuali rappresentano una congiuntura unica per chi intende investire nel settore immobiliare della Grande Mela, - risponde Pedicini.  - Quanto visto tra novembre e dicembre mette a dura prova la tesi dei detrattori di New York, per i quali lo ‘svuotamento’ della città registrato nei mesi scorsi veniva dato per definitivo. Sono molte, negli USA, le realtà aziendali che nel corso degli ultimi 10-15 anni hanno provato ad introdurre modelli organizzativi basati sul lavoro in remoto, quasi sempre preferendo poi optare per modelli più tradizionalmente office-based. Il fenomeno si espanderà certamente ma non a tal punto da rivoluzionare i modelli urbani tradizionali”.

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