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I beni confiscati non assegnati hanno un anno di scadenza

Se il decreto già passato alla camera avrà l'approvazione anche del senato i comuni avranno solo un anno di tempo per assegnare a nuove destinazioni i beni confiscati. Pena, la revoca dell'assegnazione o in alcuni casi anche il commissariamento. L'annuncio dell'irrigidimento delle regole è stato dato ieri dal ministro dell'interno maroni a Reggio Calabria durante l'inaugurazione dell'agenzia per i beni confiscati,da oggi sottoposta alla verifica della corte dei conti

Dunque maggiori controlli per i comuni cui viene assegnata una nuova possibilità: i beni non assegnati potranno essere utilizzati a scopo di lucro e i proventi, però, dovranno essere reimpiegati in attività sociali. Un esempio in tempi non sospetti è quello di campolongo maggiore, in Veneto, dove la villa che era appartenuta a felice maniero è stata ristrutturata e trasformata in mini-uffici dati in affitto a giovani professionisti agli esordi della carriera. I proventi degli affitti sono stati destinati alle attivita di libera

Maggiori controlli anche sull'iter di alienazioni degli immobili di quelle aziende che non hanno trovato una destinazione sociale: avviso pubblico di vendita ad un prezzo minimo non inferiore all'80% di quello stimato, vendita ad enti pubblici, associazioni e fondazioni bancarie. Ma per tutti ci sarà il Divieto di vendita o di alienazione anche parziale per cinque anni

Attività principale dell'agenia sarà quella di gestire i beni fin dalla confisca, affiancando l'amministrazione comunale in tutto l'iter

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2 Commenti:

13 Maggio 2012, 10:39

"A proposito di confisca di beni"
Gentile direttore
Molti anni fa - eravamo nel settantadue - mi intestardii a mandare avanti una piccola officina di prodotti galenici - Dilamfarma - nonostante i debiti con le banche (banca Nazionale del lavoro, e banco Napoli). Il prodotto principale era un mezzo di contrasto per radiologia, si trattava di un tipo di bario in bicchieri già pronti all'uso, aromatico All'arancia, al limone, e alla vaniglia,che non creava stipsi (si chiamava bario fluid) Gli ospedali non mi pagavano quasi mai, idem le cliniche e gli istituti di radiologia, i quali dichiaravano tutti in coro che mi avrebbero pagato quando le varie mutue si decidevano a pagare loro.
Per fargliela breve, dopo la stretta delle banche, dovetti ricorrere a tutti gli usurai di Napoli e provincia (fra i miei "finanziatori" vi erano grossisti del mercato, grossisti di medicinali, e grossisti fiorai) Intorno al 1983, scrissi persino una lettera al presidente della repubblica (Pertini ma non ne sono sicuro) non ebbi risposta.
Il succo della lettera era il seguente:eccellentissimo presidente della repubblica italiana, perché quando si confiscano i beni degli usurai vengono incamerati dallo stato, e non si risarciscono invece le vittime? Rimase lettera morta. All'epoca dovetti svendere tutte le mie proprietà, frutto di tutta una vita di lavoro di mio padre e mia,
Da allora vivo con l'assegno sociale, arrotondato dalla social card. Mia moglie e i miei figli mi sono stati molto vicini, ho ancora gli incubi la notte, ma...è giusto tutto questo? sono stato un vigliacco a non buttarmi dall'ottavo piano? un caro saluto da:
Enzo33

10 Giugno 2013, 18:14

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