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Ce l'avevamo quasi fatta, ma anche questa volta è stato solo molto rumore per nulla. Se c'era un'iniziativa del governo monti che aveva messo d'accordo tutti, questa era certamente il taglio delle province. Ma le vie degli enti sono infinite e in seguito al ricorso di otto regioni la consulta ha bocciato le misure con cui il precedente governo ne aveva eliminato 36

Nell'ottobre scorso era stata persino pubblicata la mappa dell'Italia con le nuove province, in cui erano visibili alcuni clamorosi accorpamenti, come quello della Toscana (da nove a quattro), o quelli di Basilicata, Molise e Umbria, che sarebbero diventate regioni uniprovinciali

Le norme bocciate, contenute nella spending revew di montiana memoria, sono due:

1. Eliminazione delle province con meno di 350mila abitanti e un'estensione di 2.500 chilometri quadrati

2. Trasformazione delle restanti province in enti territoriali di secondo livello

Le motivazioni della consulta

L'articolo 23 del decreto salva Italia è stato dichiarato incostituzionale in merito al punto 2; gli articoli 17 e 18 della spending revew in merito al punto 1. In particolare ha prevalso la considerazione che misure di questo tipo non possono passare attraverso un decreto legge, uno strumento "atto a fronteggiare casi straordinari di necessità e urgenza"

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