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La locazione non è più una soluzione transitoria: la mappa dell'affitto in Italia
GTRES

Campania, Valle D'Aosta, Liguria e Piemonte. Sono queste le Regioni italiane dove si vive di più in affitto. A renderlo noto un'analisi di Solo Affitti, secondo la quale quasi un quarto dei campani (24,4%) abita in un immobile affittato, percentuale che sale fino al 31,4% nel napoletano a fronte di una media nazionale che non supera il 18%. In ogni caso, analogamente a quanto avviene in altri paesi europei, anche "da noi sta cambiando la visione culturale dell'affitto: non è più una soluzione transitoria".

La Campania è seguita dalla Valle D'Aosta, con il 22,5% di affittuari. Al terzo posto c'è la Liguria (22,2%) e al quarto il Piemonte (22%). Sono queste le Regioni in cui il fenomeno dell'affitto è più sviluppato che in altre parti d'Italia. Ma la classifica prosegue e al quinto posto ecco spuntare il Trentino Alto Adige (21,5%), seguito da Emilia-Romagna (19,45%) e Lombardia (7° Posto, 18,7%). Se invece si guarda alle Regioni dove la locazione è poco praticata, si trova il Molise (10,9%), la Basilicata (12%), la Sardegna (12,5%) e l'Abruzzo (12,5%).

Napoli, con più di 31 persone in affitti su 100, detiene la leadership incontrastata, ma la città è in buona compagnia. L'analisi di Solo Affitti (su dati Istat) ha infatti rilevato fra le prime 10 province italiane 5 realtà del Nord Ovest, 3 liguri e 2 piemontesi. Al secondo posto si trovano Bolzano e Imperia, entrambe con il 24,4% di affittuari. Ci sono poi Torino (23,2%), Bologna (22,7%), Milano (22,3%), Genova (22,1%) e Trieste (21,9%). Quasi sconosciuti gli affitti nelle nuove province sarde di Ogliastra (6,7%) e Medio Campidano (8,7%), ma anche a Oristano (9%).

In particolare, l'analisi ha evidenziato che si ricorre poco all'affitto generalmente nel meridione d'Italia. A Lecce non si va oltre il 10% (9,9%), così come nelle province siciliane di Caltanissetta (10%) e Agrigento (10,3%).

Silvia Spronelli, presidente di Solo Affitti, ha spiegato: "In Italia fino ad oggi a livello normativo si è pensato soprattutto ai proprietari di immobili e molto meno a chi va in affitto. Sarebbe necessaria una politica organica sulle locazioni prevedendo un piano di agevolazioni fiscali che coinvolga gli studenti, le giovani coppie, le famiglie in difficoltà ma anche gli stessi locatori come avviene in tanti altri Paesi europei. Del resto, anche da noi sta cambiando la visione culturale dell'affitto: non è più una soluzione transitoria".

Spronelli ha poi aggiunto: "In Italia abbiamo visto piuttosto ridursi nel tempo quel poco di agevolazioni che esistevano. Con la tassazione fissa al 21% della cedolare secca certamente si è avviato un percorso virtuoso. L'ulteriore riduzione dal 21 al 10% della cedolare secca quando si applica il canone concordato ha dato un'accelerazione. Nelle due grandi città italiane dove è più alta la quota di persone in affitto, il canone concordato, però, non può essere applicato perché i prezzi non vengono aggiornati. A Milano sono fermi da 16 anni e Napoli da 12. Basterebbe che le amministrazioni comunali convocassero le parti. Questo significa che il proprietario paga il doppio di tasse e l'inquilino non può beneficiare di un canone calmierato e detrazioni fiscali, nel caso in cui l'immobile diventi la sua residenza principale".

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