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C'e' grande disponibilità teorica di denaro da investire in Italia sia di provenienza interna che esterna, ma spesso ciò che manca è la fiducia ostacolata da una complessità normativa e burocratica. A dirlo è Stefano Casarelli, amministratore delegato di Petroholding Italia, che già presente in Russia e nella Repubblica Dominicana, ha deciso di entrare nel mercato immobiliare del nostro Paese.

Ciò che crea grande disagio negli investitori è la poca serietà sotto il profilo societario e fiscale e "l'ingerenza dello Stato nel chiedere componenti anche retroattive del reddito d'impresa". "Siamo pronti a presentare progetti con un grande valore aggiunto sia per coloro che vogliono una rendita a lungo termine (ovvero progetti già a reddito), oppure progetti che sono da acquistare e sviluppare, dove riteniamo -avendo già fatto il business plan - che ci sia un importante margine di profitto per gli investitori".

Ma di quale tipo di investitori si parla? "Si tratta principalmente di fondi internazionali o società quotate straniere, con una grande prevalenza di investitori del medio oriente che avendo a disposizione una grande liquidità stanno valutando i progetti che sitamo sottoponendo". 

Presente con due importanti progetti turistici in Repubblica Dominicana, di interesse soprattutto per gli investitori degli Stati Uniti, la Petroholding propone azioni interessanti anche in Russia, dove il gruppo è radicato da anni e dove propone investimenti ad alto reddito. "Anche perché la redditività della Russia non è quella dell'Europa, qui in banca ti danno lo 0,5%, in Russia ti danno il 15%. Il rischio è di farlo in Russia, ma se si fa bene, si guadagna anche tanto".

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