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La stragrande maggioranza dei Paesi sviluppati ha registrato un aumento della popolazione che ha cominciato a vivere in affitto tra il 2010 e il 2015, al culmine della crisi economica, a partire da Regno Unito, Irlanda e Danimarca. Secondo i dati Ocse, la casa di proprietà continua ad essere la scelta principale, tranne che in un Paese. In Svizzera, dove ci sono i più alti redditi pro capite nel mondo, prediligono l’affitto all’acquisto.

Con lo scoppio della crisi economica mondiale tra il 2007 e il 2008, si è consolidata una tendenza nel mercato immobiliare: sempre più famiglie hanno preferito vivere in affitto. Negli anni dopo la crisi (2010-2015), fattori economici, demografici e sociali hanno portato a un aumento delle locazioni, anche se possedere la casa in cui si vive è ancora la scelta principale in 29 dei 30 Paesi sviluppati studiati dall’Ocse.

In un momento di crisi economica in cui accedere a un mutuo è complicato, la disoccupazione è aumentata e trovare un’occupazione stabile è diventato sempre più difficile, si sono aggiunti nuovi elementi sociali e demografici come l’ingresso dei Millennial nel mercato del lavoro o il ritardo nell’emancipazione dei giovani dalle loro famiglie. Questi sono solo alcuni dei fattori che hanno segnato il mercato immobiliare in tutto il mondo negli ultimi anni.

Prendendo come riferimento il periodo 2010-2015 si nota che il Regno Unito (21,6%), l’Irlanda (12,3%) e la Danimarca (11,6%) sono stati i Paesi che hanno registrato il maggiore aumento, a due cifre, di case in affitto. In ben 21 Paesi, dei 30 analizzati, sono aumentate le case in affitto. Spiccano gli Stati Uniti (9,3%), la Spagna (7,9%) e la Germania (2,7%).

Ma ci sono state anche grande potenze economiche in cui l’affitto è crollato nei cinque anni tra il 2010 e il 2015. Per esempio, in Russia – in seguito alle politiche economiche, agli incentivi fiscali e ai movimenti sociali – le case in affitto sono diminuite del 27,5% in cinque anni. Anche altre potenze come la Francia (-5,5%), il Canada (-4%), l’Italia (-1%) e il Giappone (-0,9%) hanno visto diminuire il numero di inquilini nello stesso periodo.

L’unico Paese in cui ci sono più inquilini che proprietari è...

Ma una cosa è l’aumento della locazione come opzione abitativa e un’altra è il peso dell’affitto rispetto alla proprietà della casa in un Paese. E c’è un fatto schiacciante. In 29 dei 30 Paesi, la casa di proprietà vince sull’affitto. Solo in Svizzera si registra una percentuale maggiore di inquilini (56,6%) che di proprietari. Seguono Hong Kong (49%), la Germania (48,1%), la Corea del Sud (44,8%) e l’Austria (44,3%).

Principalmente la decisione dipende da fattori economici, dalla facilità di ottenere un mutuo, dalla crescita del Pil e dal conseguente aumento del costo delle case.

I Paesi in cui è cresciuto maggiormente il numero di abitanti che vivono in affitto si stanno avvicinando alla barriera del 40%. Il Regno Unito, che ha avuto il maggiore incremento, ha già il 36,5% degli inquilini, l’Irlanda il 30% e la Danimarca il 37,3%.

Sempre secondo i dati Ocse, in Spagna il 21,8% della popolazione vive in affitto. Si tratta di una delle percentuali più basse dei 30 Paesi analizzati, solo davanti a Norvegia, Polonia, Russia, Slovacchia e Singapore. In Portogallo la percentuale si mantiene al 25,2%, la Grecia è cresciuta fino al 24,9%, mentre in Francia (35,9%) e in Italia (27,1%) il peso degli inquilini è calato nei confronti dei proprietari tra il 2010 e il 2015.

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