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"Nel nostro settore è un momento buono anche per le donne e noi siamo pronte e preparate"
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Direttore generale di Scenari Immobiliari, Francesca Zirnstein è presidente di Arel, l'associazione che riunisce le professioniste del real estate italiano. Dal suo osservatorio privilegiato, illustra a idealista/news qual è il ruolo delle donne nel mondo immobiliare e quali sono le proposte "rosa" per il futuro del mattone.

Quand’è nata Arel? Quali sono i suoi obiettivi e le sfide che affronta?

L'Arel è stata costituita il 19 luglio del 2016. Nasce per creare uno spazio in cui le professioniste e le manager che operano nel settore del real estate italiano possano confrontarsi, condividere e approfondire le rispettive esperienze per contribuire alla crescita delle professionalità e all'innovazione di uno dei settori storici dell'economia italiana. L’eterogeneità delle iscritte rende Arel un osservatorio unico, una piattaforma di scambio e integrazione di competenze che risponde davvero a tutte le caratteristiche, le potenzialità e le innovazioni possibili all’interno del mercato immobiliare.

Quante donne fanno attualmente parte dell'associazione?

 Attualmente ci sono circa 260 iscritte. Un’associazione di genere certamente, ma orientata allo sviluppo delle figure professionali impegnate in prima linea e in ruoli di responsabilità nel mercato immobiliare. La peculiarità dell’Associazione di raccogliere trasversalmente tutte le professionalità coinvolte nella filiera immobiliare permette di considerarla uno spaccato di vita reale.

 Quale crede che sia il ruolo delle donne nel real estate italiano? Si tratta di un ruolo ancora marginale?

Dall’inizio di questo secolo sono cambiati sia struttura sociale che modelli culturali e l’industria immobiliare è cambiata con essi. Ciò ha permesso alle donne di iniziare a essere presenti con numeri importanti non solo nell’intermediazione immobiliare ma nelle società di servizi, gestione, investimento. Oggi nel real estate italiano le donne sono libere professioniste, consulenti, dirigenti di azienda, imprenditrici.

Nel nostro settore questo è un momento buono anche per le donne, c’è fermento e lavoro, e noi siamo pronte e preparate. Abbiamo ruoli ancora troppo marginali? Sì, è vero, sono ancora poche le donne al vertice. Ma siamo tenaci e abbiamo la possibilità di utilizzare le tutele di norma, che nessuna di noi in principio apprezza, come sprone e stimolo.

Qual è il valore aggiunto che le donne possono apportare al mercato immobiliare?

 Le colleghe impegnate nel real estate sono prima di tutto delle ottime professioniste, sono numerose, sono portatrici di una formazione eccellente, sono concrete, spesso centrali nei processi decisionali e realizzativi, pronte a mettersi in gioco in prima persona in un percorso di crescita aperto e orientato a fare sistema per una innata capacità di lavoro in team e l’innata pazienza assicura maggiore sostenibilità a lungo termine. La maggiore presenza femminile non è solo eticamente dovuta ma  è  un vantaggio per il sistema.

5) Quali sono le proposte di Arel per il futuro del mattone italiano?

Arel sostiene azioni orientate a contribuire all’incremento della conoscenza nel settore. Nonostante l’indubbia importanza economico-sociale del real estate esiste una sottovalutazione diffusa, anche degli addetti ai lavori, del comparto che potrà essere superata solo promuovendo il diffondersi di vera cultura dei valori dell’immobiliare.

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