L'analisi dell'Oice
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Efficienza energetica
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“Oggi il costo medio si collocherebbe in un range fra 40.000 e 55.000 euro per appartamento”. Ad affermarlo è l’Oice, l’Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria, analizzando quale potrebbe essere l’esborso per adeguare gli immobili in seguito a quanto previsto dalla direttiva Ue sulle case green, che lo scorso 9 febbraio ha ottenuto il prima via libera dalla Commissione Industria, Ricerca ed Energia del Parlamento europeo e che a marzo sarà votata in plenaria dal Parlamento. Direttiva che prevede entro il 1° gennaio 2030 il raggiungimento per tutti gli immobili residenziali della classe energetica E ed entro il 2033 della classe D, per poi arrivare nel 2050 a zero emissioni.

L’Oice ha formulato alcune stime sull’impatto dell’attuazione della direttiva e ha constatato che ad oggi il costo medio per adeguare le case alla direttiva europea si collocherebbe in un range fra 40.000 e 55.000 euro per appartamento. Ragione per la quale è stata richiesta dalla stessa Oice più gradualità.

Il presidente Giorgio Lupoi ha spiegato: “Intanto va considerato che con il superbonus il nostro Paese è già andato avanti sulla linea del miglioramento dell’efficienza delle nostre abitazioni anche in termini di sostenibilità ambientale, pur con tutte le difficoltà che stiamo segnalando sul blocco dei crediti che sta mettendo in ginocchio professionisti, società e imprese e per questo vorremmo si riuscisse a trovare il modo per superare le difficoltà attuali. Siamo comunque pronti ad intervenire e ad accelerare anche a valle delle nuove regole Ue, siamo d’accordo però che occorra introdurre con gradualità degli obblighi così impattanti sulla vita della collettività, quindi sarebbe positivo se si arrivasse ad un’attuazione flessibile”. 

Nel fare la stima dell’impatto delle nuove regole in base alle quali è necessario arrivare alla classe D entro il 2033, Fabio Tonelli, coordinatore del gruppo di lavoro sul superbonus, ha sottolineato: “Elaborando semplicemente alcuni dei dati acquisiti con gli attuali incentivi, un edificio tipo costruito negli Anni ’80 e ubicato a circa 400 metri sul livello del mare, nell’ipotesi di 5 piani fuori terra, con appartamenti della superficie media di circa 105 mq, il passaggio da una attuale classe G alla classe D porta ad un costo minimo medio di circa 40.000 euro ad appartamento con intervento sull’involucro esterno (pareti, copertura e solaio sottostante al primo piano riscaldato). Con un intervento più organico (infissi, caldaie e impianto fotovoltaico condominiale) se ne dovrebbero aggiungere altri 20.000 circa per appartamento”. 

Tonelli ha poi precisato che “gli importi riportati comprendono ovviamente lavori, spese tecniche e Iva al 10%”. E ha aggiunto: “Sarebbe altresì auspicabile che unitamente all’aspetto energetico si tenesse conto anche della pari necessità di riqualificare sismicamente il patrimonio edilizio italiano. La spesa stimabile per interventi di miglioramento sismico non invasivi (rafforzamenti locali, antiribaltamento dei paramenti esterni e ripristino di parti ammalorate) per la medesima tipologia di edifici, in zona sismica 1 e 2, è oggi stimabile pari a circa 55.000 euro per appartamento”.
 

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