Il Giappone registra un livello record di case sfitte, arrivando a sfiorare il 15% del totale abitazioni. Lo ha rivelato un'indagine governativa realizzata su base quinquennale da cui è emerso come nel 2023 le abitazioni disabitate erano circa 9 milioni, con un aumento di 510 mila unità rispetto al 2018. Ma perché in Giappone ci sono 9 milioni di case abbandonate e perché nessuno le compra?
Cosa afferma l'indagine sulle case abbandonate in Giappone
I risultati dell'indagine governativa giapponese rivelano un crescente numero di case abbandonate, che ha superato i nove milioni nel 2023, un aumento di oltre mezzo milione rispetto al 2018. Secondo i dati raccolti dal Ministero degli affari interni e delle comunicazioni, 1 casa su 7 risulta attualmente disabitata.
Queste abitazioni sfitte rappresentano quasi il 14% del totale delle case in Giappone, anche se alcune stime suggeriscono che il numero reale potrebbe essere più alto, arrivando a quasi 11 milioni e potenzialmente al 30% entro un decennio. Inoltre, più di 4,4 milioni di queste proprietà sono disponibili per l'affitto, ma restano vuote, e spesso sono anche lontane dai principali centri abitati. Questi numeri includono le seconde case e quelle lasciate vuote per altri motivi, comprese le proprietà temporaneamente libere perché i loro proprietari si trovano all'estero per motivi di lavoro.
Le case abbandonate sono conosciute in Giappone come "akiya" - un termine che di solito si riferisce a case residenziali in rovina nascoste nelle aree rurali. Ma sempre più akiya sono visibili nelle grandi città, come Tokyo e Kyoto, e questo è un problema per un governo che sta già affrontando altre sfide importanti come quelle di una popolazione sempre più vecchia e una diminuzione allarmante del numero di nascite ogni anno.
Perché ci sono tante case abbandonate in Giappone?
Le cause di questo elevato numero di case vuote sono principalmente dovute ai cambiamenti nella popolazione del Giappone, secondo quanto riscontrato dalla ricerca. Questo potrebbe derivare dalla scomparsa dei proprietari o dal loro trasferimento in case di cura, mentre altri eredi preferiscono vivere in luoghi più accessibili o semplicemente nei grandi centri. Ma soprattutto la popolazione del Giappone è in diminuzione da diversi anni: all'ultimo censimento effettuato nel 2022, la popolazione si era ridotta di oltre 800.000 persone rispetto all'anno precedente, arrivando a 125,4 milioni. Nel 2023, il numero di nuovi nati è diminuito per l'ottavo anno consecutivo, raggiungendo un minimo storico, secondo i dati ufficiali.
Il tasso di natalità del Giappone si è attestato intorno a 1,3 per anni, molto al di sotto del 2,1 necessario per mantenere una popolazione stabile. Proprio di recente, il Ministero degli Affari Interni e delle Comunicazioni del Giappone ha comunicato che il numero di bambini sotto i 15 anni era diminuito per il 43esimo anno consecutivo, raggiungendo un minimo storico di circa 14 milioni.
Tutto ciò significa che il problema delle troppe case esistenti e delle troppe poche persone sembra destinato a continuare ancora per un po' di tempo.
Inoltre, le autorità locali giocano un ruolo importante in questo fenomeno, in quanto si stanno concentrando sull'attuazione di nuove politiche per demolire o riutilizzare queste abitazioni abbandonate. Secondo le politiche fiscali del Giappone, alcuni proprietari trovano infatti spesso più conveniente mantenere la casa piuttosto che demolirla.
Perché i giapponesi non comprano queste case abbandonate?
I giapponesi preferiscono nuove costruzioni alle vecchie case di proprietà, spiega la ricerca. Ciò, secondo quanto si apprende, è dovuto in gran parte alla mancanza di una forte cultura del rinnovamento nel Paese, ma anche la sicurezza strutturale è una delle principali preoccupazioni: molte akiya furono costruiti prima di un emendamento della legge standard sull'edilizia del 1981 che richiedeva una migliore resistenza ai terremoti.
Infine, la maggior parte dei giovani semplicemente non vuole vivere in campagna e la maggior parte delle case abbandonate si trova lì. Sono tutti motivi che fanno desistere i giapponesi dal comprare queste case sfitte.
Vi comunque è da sottolineare che l'interesse crescente degli stranieri per queste proprietà tradizionali sta aumentando, anche se la ristrutturazione comporta costi elevati. Sono anche andati virali sul web alcuni video che mostrano persone - principalmente straniere - acquistare case giapponesi a basso costo per poi trasformarle in locande o cafè, ma anche qui c'è un problema: la maggior parte di queste case non verrà venduta a stranieri, inoltre la quantità di lavoro amministrativo e le regole dietro una possibile compravendita non sono qualcosa di facile per chi non parla bene il giapponese e non lo legge bene.
La situazione è resa ancora più complessa dal fatto che molte di queste abitazioni richiedono costosi interventi di restauro e gli artigiani ormai scarseggiano. Ad esempio nel 2023 un canadese di nome Eric McAskill, citato dalla Real Estate Association, ha acquistato un akiya con cinque camere per 23600 dollari nella zona di Negano, spendendo poi 7400 dollari in lavori di ristrutturazione e altri 7500 circa che stima di doverne spendere ancora.
Il Giappone non è comunque l'unico paese ad affrontare sfide demografiche simili, con altre nazioni vicine come la Corea del Sud e Singapore che stanno vivendo anch'esse un periodo di bassa natalità e una popolazione sempre più anziana.
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