Il decreto sblocca Italia è quasi un'occasione mancata per il mattone, perché "le norme contenute nel decreto sono insufficienti per il vero rilancio del settore immobiliare". A dirlo è stato il presidente di fimaa-confcommercio, Valerio angeletti, che ha ribadito l'importanza di dare "uno choc" capace di dare fiducia ai cittadini e al sistema Italia, a partire dall'abbassamento della pressione fiscale sulla casa
Occasione mancata
"L'eliminazione del vincolo dell'affitto per poter usufruire della deduzione irpef del 20%, per chi acquista casa da un costruttore, e l'estensione delle deduzioni fiscali anche per chi compra da privati- ha spiegato angeletti- avrebbero consentito la ripartenza delle compravendite immobiliare con benefici sia per le imprese di costruzione sia per le centinaia di agenzie immobiliari che a causa della crisi rischiano la chiusura in tutto il paese". "Se non riparte l'immobiliare non riparte il paese"
Una cura choc
"Quello che serve per rimettere in moto la macchina delle compravendite immobiliari e l'intero indotto- ha aggiunto il numero uno di fimaa- è uno choc che dia fiducia ai cittadini e a tutto il sistema Italia, a partire dall'abbassamento delle pressione fiscale sul mattone. Senza tasse chiare ed eque non si va da nessuna parte"
L'imposta unica sulla casa
"Accogliamo invece positivamente- ha sottolineato angeletti- la proposta di unificare le imposte sugli immobili in un'unica tassa che sostituisca il balzello dei vari tributi sul mattone e che dia più autonomia ai comuni e dunque maggiori responsabilità alle scelte dei sindaci. Fare chiarezza, semplificando con una tassa sulla casa unica e secca vuol dire mettere ordine. Ci auguriamo che non si ricada però nel solito giochetto del cambir nome alle cose solo per nascondere improvvisi aumenti delle tasse a carico dei cittadini e delle imprese
1 Commenti:
Se la FIMAA vuole proporre una scossa solleciti questo suggerimento inviato alle Commissioni competenti della Camera ( bisognerebbe dar loro "una sveglia" )
PROPOSTA LEGISLATIVA - PER FAR RIPARTIRE IL PAESE
Gentile onorevole sono un professionista e non amo far perdere tempo ne cerco notorietà ne esibizionismi ma la proposta legislativa che ho elaborato potrebbe portare un notevole slancio alla ripresa. La illustro
Di pochi giorni fà, sul Il Sole 24 ore, la notizia che i fallimenti immobiliari sono raddoppiati. Cio’ è sintomo di una crisi grave e crescente. Eppure se il Legislatore fosse aperto alle proposizioni esterne questo Paese potrebbe anche riprendersi .
Eccola
Il settore edile traina 28 settori portanti dell’economia su 36 ; se riparte l’edilizia riparte il Paese . Non è il caso di costruire nuovi baracconi ; non potendo demolire e ricostruire vale la pena di puntare al recupero dei vecchi fabbricati edificati negli anni del boom economico, puntando sulla leva fiscale con vantaggio per tutti gli attori , erario compreso . La proposta punta al “ bersaglio grosso”, ossia a quel 70% di unità abitative obsolete mal edificate durante gli anni 70 , energivore, insicure .
SI PUO' FARE . ECCO COME .
CONCETTUALMENTE la proposta semplicemente prevede la possibilità per l’ impresa di acquistare in proprio da un privato una unità abitativa da sottoporre a ristrutturazione pagando un’ imposta di registro simbolica dello 0,1% , contro l’ attuale 9 %. Di imposta registro ( più 100 euro per catastali e ipotecarie ) . In pratica se oggi l’impresa compera una unità abitativa di 200.000,00 euro da un privato, non funzionando il prezzo valore, “brucia “ 18.100,00 euro di imposte registro e ipocatastali; secondo la proposta ne pagherebbe 200,00; ne resterebbero 17.900,00 da indirizzare all’intervento manutentivo. L’ agevolazione per contro dovrebbe prevedere l’impegno al rispetto delle normative sulla sicurezza, contributive, salariali, antisismiche, paesaggistiche, del risparmio energetico, l’impegno alla rivendita dell’unità abitativa per es. Entro 5 anni al consumatore finale previo applicazione dell’ imposta ordinaria .
L’ agevolazione dovrebbe prevedere senza se e senza ma ( oltre l’ alleggerimento dell’imposta di registro e ipo-catastali di cui si è detto ) la possibilità di detrarre l’iva pagata ai fornitori , e l’ alleggerimento (laddove fossero previsti ) degli oneri di urbanizzazione e simili da parte del Comune che pure dovrebbe fare la sua parte.
La norma potrebbe comprendere qualsiasi impresa (anche non di costruzione) che operasse con appalto a terzi ; potrebbe essere estesa al privato investitore che volesse eseguire una “prestazione occasionale” conferendo l’ appalto ad un impresa di costruzione rispettosa dei criteri già illustrati; il privato potrebbe persino trattenersi i vantaggi fiscali del 50% o 65% all’ atto della rivendita, facoltà ammessa da una recente norma . E ancora, l’impresa con questi presupposti fiscali potrebbe costituire una “ joint venture” (società mista ) con il privato per poi rivendere: “tu conferisci la casa , io il lavoro, vendiamo e ci dividiamo l’utile “ ;
O ancora si pensi che interesse economico (e quali margini) tale aliquota dell’ 0,1% potrebbe riservare se combinata ad un prezzo d’asta assegnato con un abbattimento del 50% del valore normale
In sintesi: vantaggi per tutti, : l'erario incasserebbe le vere imposte indirette (iva o registro) all'atto del passaggio del bene al consumatore finale (si tratterebbe in sostanza di una sospensione della riscossione al massimo per un quinquennio oltre il quale l’imprenditore si autofattura o il privato versa la differenza dell’imposta di registro non pagata all’origine) ; l’emersione di reddito ed utile in favore dell’ impresa manutentrice comporterebbe un aumento del gettito da IRPEF o IRES ; creazione di nuovi posti di lavoro (in Italia) nell' edilizia e nell' indotto ; conseguente aumento della contribuzione e Irpef/dipendenti , incremento del PIL , attrazione produttiva dei risparmi (che ammontano a circa 4000 miliardi di euro ) aumento del valore immobiliare del Paese (oggi sopravvalutato ) ;la collettività beneficerebbe del recupero del patrimonio edilizio dissestato ed energivoro , vantaggi per l'ambiente, vantaggi dati dalla preservazione dei terreni sottratti alla cementificazione .
D’altro canto è meglio provarci o restare “immobili” ?
APPENDICE
In fatto si tratta di mutuare da una norma vigente indirizzata ad una nicchia di impresa (per cui taglia fuori i privati ), fra l’altro con penalizzazioni per le stesse in tema di deducibilità dell’Iva a credito .La norma di riferimento è disciplinata dal dpr 131/86 , articolo 1.Tariffa, parte I.ma :
Compete la riduzione dell’ imposta all’ 1%: "se il trasferimento avente per oggetto fabbricati o porzione di fabbricato è esente dall’ IVA ai sensi dell’art. 10 primo comma, numero 8-bis, del Dpr 633/72 ed è effettuato nei confronti di imprese che hanno per oggetto esclusivo o principale dell’attività esercitata la rivendita di beni immobili, a condizione che nell’atto l’acquirente (n.d.A: società) dichiari che intende trasferirli entro tre anni”
Ennio Alessandro Rossi commercialista in Brescia
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