Nemo propheta in patria. Nell’era della globalizzazione, la vita delle nuove generazioni spesso è lontana dal Paese d’origine. Ma non tutte le destinazioni sono uguali. L’Expat City Ranking 2018, la classifica di InterNations (la comunità che mette in contatto gli “espatriati” nel mondo) che individua le migliori città per vivere e lavorare all’estero, vede sul podio Taipei, Singapore e Manama. Le peggiori? Roma, Riad e Gedda.
Il ranking è il risultato delle interviste a 11.966 espatriati che vivono in 55 nazioni diverse, ai quali è stato chiesto di valutare più di 25 diversi aspetti della vita all'estero su una scala da uno a sette tra cui qualità della vita, retribuzione, soluzioni abitative, situazione lavorativa e finanziaria.
Alla fine, la prima posizione se l’è aggiudicata Taipei (Capitale di Taiwan), che ha scalzato Manama (Capitale del Bahrein, terza nel ranking 2018) dal gradino più alto del podio di un anno fa. La prima città europea in top ten, al settimo posto, è la tedesca Aquisgrana. Rispettivamente all’ottavo e al nono posto ci sono Praga e Madrid, che precedono Mascate (in Oman) che chiude la classifica. In mezzo, dal quarto al sesto posto: Ho Chi Minh (Vietnam), Bangkok (Thailandia) e Kuala Lumpur (Malesia).
Per la prima città italiana, invece, bisogna scorrere fino al 63esimo posto, dove troviamo Milano. Il principale problema di vivere nel capoluogo lombardo, secondo i lavoratori stranieri, è l’elevato costo della vita in città, non commisurato agli stipendi che 4 intervistati su 10 ritengono insoddisfacenti. Molto apprezzate, invece, le opzioni ricreative, la qualità della vita e la stabilità politica.
Ancora più critica, secondo il report di InterNations, è la situazione di Roma. La Capitale si piazza 70esima, terzultima appena prima di Riad (Marocco) e Gedda (Arabia Saudita). Nello specifico, la Città Eterna è l'ultima nell'indice Urban Work Life, con gli intervistati particolarmente insoddisfatti delle opportunità di carriera locali (58% voti negativi contro il 27% della media globale), il loro lavoro in generale (38 % vs 18%) e lo stato dell'economia locale (58% vs 14%).
Molto accentuata anche l’insoddisfazione degli intervistati per la loro situazione finanziaria (40% di voti negativi rispetto al 25% di media globale). Inoltre, più della metà degli espatriati a Roma (56%) sono insoddisfatti del trasporto locale e il 42% giudica negativamente la qualità della vita (65esima in graduatoria su 72). Il risultato migliore, la Capitale lo fa registrare per quanto riguarda il clima, il 58% lo considera addirittura eccellente.
E gli italiani che si sono trasferiti all’estero, che pensano delle loro destinazioni? Sebbene più di un italiano su quattro (27%) affermi di non sentirsi ancora a casa nel Paese ospitante, e un ulteriore 17% afferma di non volerlo mai fare, solo un quarto degli intervistati pensa che sia molto probabile un suo ritorno a casa.
Per la maggior parte degli espatriati italiani, i benefici finanziari sperati si sono poi effettivamente realizzati. Un considerevole 70% degli intervistati sostiene di guadagnare di più rispetto a quanto avrebbe potuto ricoprendo una posizione simile in Italia, il 34% dichiara di guadagnare molto di più.
Ciò potrebbe essere attribuito ai benefici finanziari del lavoro all'estero, lontano dalle difficoltà finanziarie ed economiche che gli italiani hanno conosciuto negli ultimi tempi. Prima dell’espatrio, il 65% degli italiani considerava il mercato del lavoro nella destinazione un potenziale vantaggio, mentre solo il 4% lo considerava uno svantaggio. Inoltre, il 37% ritiene inoltre che la tassazione sia un vantaggio della vita in expat, rispetto alla media del 24% a livello globale.
Il 15% degli espatriati italiani si è trasferito all'estero perché ha trovato un lavoro da solo, mentre un altro 15% è stato assunto da un'azienda locale, più del doppio della media del sondaggio (7%).
Gli italiani all'estero sono molto istruiti, più della media globale, con oltre la metà (56%) in possesso di un diploma post-laurea (ad esempio un master), di cui il 13% con un dottorato di ricerca.
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