A quasi un anno dallo scoppio della pandemia, Andrea Faini, ceo di World Capital, ha spiegato a idealista/news quali sono stati gli effetti del covid sul mercato immobiliare e quali sono i settori maggiormente "resilienti", con un occhio alle previsioni per i prossimi mesi.
1) Quando ormai è trascorso quasi un anno dallo scoppio della pandemia, può fare un primo bilancio sugli effetti del covid sul mercato immobiliare?
Il 2020 è stato un anno molto particolare e inaspettato, dove la pandemia ha stravolto qualsiasi abitudine e i comportamenti delle persone. Per quanto riguarda l’economia, la crisi sanitaria ha indubbiamente creato un dissesto finanziario imprevedibile, che al momento risulta ancora poco nitido.Il virus non ha risparmiato neppure il mercato immobiliare, dove tuttavia abbiamo riscontrato degli scenari diversi da settore a settore.
Il comparto retail e quello alberghiero hanno risentito parecchio della carenza di turismo, oltre che al lockdown forzato di attività commerciali e strutture ricettive, chiuse per gran parte dell’anno appena trascorso. Scenario molto più incoraggiante invece per la Logistica, che a fronte della pandemia, ha dovuto accelerare sempre più i propri ritmi per garantire il rifornimento dei beni primari ed essenziali, all’interno di supermercati e farmacie.
Si è sviluppata molto la Logistica del Pharma, ma anche dell’e-commerce, grazie al cambio di abitudine di acquisto di molte famiglie. Se prima gli acquisti online erano una semplice “coccola”, oggi l’e-commerce è entrato a far parte del “new normal” di molte persone. Per quanto riguarda il settore degli uffici, con il massiccio ricorso allo smart working gli spazi di lavoro sono stati rivisti, sia nelle metrature, che nelle caratteristiche tecniche e nella location. La pandemia ha messo in luce quanto sia importante che l’immobile sia sostenibile e di qualità, con purificatori d’aria, controllo accessi e sanificazione ambiente. Non possiamo ancora prevedere quali saranno i modelli di gestione e di layout definitivi delle aziende e se lo smart working continuerà ad essere la modalità di lavoro prediletta o meno, ma certamente gli uffici continueranno a rappresentare un prodotto fondamentale per le città e di grande interesse per gli investitori.
2) Quali sono i settori che hanno sofferto maggiormente?
Come abbiamo visto i settori che hanno sofferto maggiormente sono stati il Retail e l’Hospitality. La propulsione esercitata dall’e-commerce ha beneficiato la macchina logistica, ma ha aggravato il settore retail, che ha visto un calo delle vendite in store, dovuto sia al lockdown forzato che alla paura delle persone di contrarre il virus. Il comparto retail dovrà trovare nei prossimi mesi un nuovo equilibrio, i negozi dovranno puntare su un approccio più emozionale ed esperienziale e una maggiore attenzione al sociale, oltre che alla sfera della salute e della sicurezza.
Per quanto riguarda l’hospitality, gli effetti del Covid-19 sono stati molto evidenti. Tuttavia, dalla pandemia il settore alberghiero trae l’insegnamento di assumere un atteggiamento proattivo e non reattivo. Gli effetti del virus infatti spingeranno alcune strutture ad ammodernarsi, mentre gli hotel già poco performanti nel periodo pre pandemia potrebbero subire delle riconversioni.
3) Quali invece hanno resistito meglio?
I settori che hanno resistito meglio, come abbiamo visto, sono la Logistica e gli Uffici. Nei mesi precedenti abbiamo compreso il reale valore della logistica in Italia: quasi 100mila imprese, 1,5 milioni di addetti, 85 miliardi di fatturato nel 2019, il 9% del PIL nazionale. A fronte di ciò che è stato possibile apprendere durante la pandemia, è ragionevole pensare che nei prossimi mesi gli operatori dei settori alimentare, farmaceutico, beni di largo consumo ed e- commerce genereranno un forte aumento della domanda di immobili per la logistica. Gli spazi maggiormente richiesti, per questo tipo di attività, saranno prevalentemente sull’ultimo miglio, ovvero di logistica urbana, in quanto permettono di ridurre notevolmente i tempi di spedizione e di migliorare l’esperienza del cliente che acquista online. Spostandoci sugli uffici, nonostante molte società abbiano modificato il layout delle proprie sedi, gli uffici si riconfermano asset molto attrattivi per gli investimenti immobiliari
4) Cosa ci dobbiamo aspettare nei prossimi mesi?
Nei prossimi mesi prevediamo un continuo interesse da parte degli investitori internazionali ad investire nel nostro Paese. La domanda si orienterà su prodotti di qualità e immobili nuovi “Covid-free”, già progettati secondo le norme anti contagio e in grado di far fronte ed eventuali future crisi. Anche la sostenibilità ambientale, il risparmio energetico e l’impronta green dell’immobile renderanno il prodotto più attrattivo agli occhi di chi investe. Nel dettaglio, prevediamo dunque operazioni di tipo più core per settori come la logistica e gli uffici e più core plus/opportunistici per il comparto retail e hotel. Per quanto riguarda il mercato alberghiero, con l’efficacia del vaccino e il ritorno ad un turismo in tutta sicurezza, auspichiamo in una ripresa graduale del settore.
1 Commenti:
Parlasse italiano! Gli stessi concetti possono essere espressi nella nostra lingua. Non diventano più importanti se viene usato il termine inglese.
Trovo un po' curioso il concetto di immobile covid-free, come se il virus arrivasse dalla finestra, quando la trasmissione è per scambio tra soggetti per via aerea: respiro, starnuto, tosse, saliva... In pratica, in casa mia, se una persona infetta mi parla senza protezione di fronte al viso, corro un notevole rischio, anche se a casa ho un efficiente sistema di ricambio /filtro dell'aria. Alla faccia del Covid-free!!!!!
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