"L'ingiustificata aggressione della Russia all'Ucraina continua a gravare sull'economia in Europa e oltre i suoi confini. Sta determinando interruzioni degli scambi e carenze di materiali, oltre a contribuire alle elevate quotazioni di beni energetici e materie prime. Tali fattori continueranno a pesare sulla fiducia e a frenare la crescita, soprattutto nel breve periodo". Lo rileva la Bce nel Bollettino economco, aggiungendo che "tuttavia, vi sono le condizioni perché l'espansione economica proceda, grazie alla riapertura dell'economia in atto, alla solidità del mercato del lavoro, al sostegno di bilancio e ai risparmi accumulati durante la pandemia".
"Una volta venute meno le attuali circostanze avverse - prevede inoltre l'istituzione di Francoforte - l'attività economica dovrebbe tornare ad accelerare".
Inflazione tornerà ad abbassarsi
Il Consiglio direttivo della Bce "assicurerà" che l'inflazione "ritorni sull'obiettivo del 2 per cento a medio termine". L'istituzione monetaria ribadisce i suoi propositi nel Bollettino economico, ricordando che a maggio l'inflazione "ha ripreso ad aumentare in misura significativa, principalmente a causa dei rincari dei beni energetici e alimentari", anche per effetto dell'impatto della guerra in Ucraina (e delle sanzioni contro la Russia).
"Ma le pressioni inflazionistiche si sono ampliate e intensificate, con un forte incremento dei prezzi di molti beni e servizi. Gli esperti dell'Eurosistema hanno rivisto sensibilmente al rialzo lo scenario di base delle proiezioni sull'inflazione, che rimarrà, per qualche tempo, su non auspicabili livelli elevati. Tuttavia, la moderazione dei costi dell'energia, l'attenuarsi delle difficoltà dal lato dell'offerta legate alla pandemia e la normalizzazione della politica monetaria dovrebbero determinare un calo dell'inflazione", sostiene la Bce.
"Alla fine dell'orizzonte di proiezione", cioè nel 2024 "l'inflazione complessiva dovrebbe collocarsi lievemente al di sopra dell'obiettivo della Bce".
Rendimenti dei titoli di Stato
I rendimenti dei titoli di Stato dell'area dell'euro sono aumentati di concerto con i tassi privi di rischio, sebbene i differenziali si siano ampliati lievemente nei vari paesi. E tra il 10 marzo e l'8 giugno "i paesi più indebitati hanno registrato variazioni lievemente maggiori: ad esempio, i differenziali sui titoli di Stato decennali italiani e portoghesi sono aumentati rispettivamente di 44 e 27 punti base nel periodo in esame, mentre il differenziale dei Bund tedeschi a dieci anni è divenuto più negativo di 2 punti base". Lo rileva la Bce nel Bollettino economico.
Dipendenza gas russo
Tra i maggiori paesi dell'area dell'euro, la Germania e l'Italia presentano il più elevato livello di dipendenza dal gas russo". Lo rileva la Bce nel Bollettino economico, osservando che il grado di sostituibilità delle fonti energetiche "è rilevante ai fini di qualsiasi analisi delle implicazioni economiche della guerra per i prezzi dell'energia e per le forniture dell'area".
"Le tensioni riguardanti le forniture di energia dalla Russia possono trasmettersi all'area dell'euro mediante i prezzi sui mercati internazionali e gli approvvigionamenti diretti - si legge -. Nel 2019 la produzione energetica russa ha rappresentato il 12 per cento dell'offerta mondiale di petrolio, il 5 per cento di quella di carbone e il 16 per cento di quella di gas. Nel 2021 la Russia è stata il principale fornitore di materie prime energetiche all'area dell'euro, rappresentando il 23 per cento delle importazioni totali di energia. L'area dipende da Mosca "in particolare per le importazioni di gas naturale, che nel 2020 hanno rappresentato il 35 per cento delle importazioni di gas e l'11 per cento del consumo primario di energia".
Rialzo dei tassi di interesse
Il Consiglio direttivo della Bce "intende innalzare i tassi di interesse di riferimento di 25 punti base in occasione della riunione di politica monetaria di luglio. Su un periodo più esteso, prevede di aumentare nuovamente i tassi di riferimento a settembre". Nel suo Bollettino economico, l'istituzione ribdisce anche che la postata del rialzo di settembre "dipenderà dall'aggiornamento delle prospettive di inflazione a medio termine. Qualora permangano invariate o si deteriorino, al momento della riunione di settembre sarà opportuno un incremento superiore".
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