S&P Global ha rivisto al ribasso le sue previsioni di crescita per tutta l'area euro, a riflesso del "rafforzamento dei venti contrari" all'economia, di cui il principale ? rappresentato dall'alta inflazione. E nell'aggiornamnto delle sue stime ora per l'Italia indica un più 2,8% del Pil quest'anno, cui dovrebbe seguire un più 1,9% nel 2023 e un più 1,5% nel 2024. Particolarmente bassa, poi, è la stima sulla crescita nella penisola a più lungo termine: S&P indica appena un più 0,8% del Pil sul 2025, il dato nettamente pià debole tra i Paesi esaminati singolarmente (Germania, Francia, Spagna, Olanda, Belgio oltre a Svizzera e Regno Unito).
Per l'Eurozona S&P pronostica più 2,6% del Pil quest'anno e più 1,9% per il prossimo (rispetto al 2,7% e 2,2%, rispettivamente, nelle previsioni provvisorie di maggio). Le pressioni inflazionistiche sono il principale fattore alla base di questa revisione al ribasso. Ora l'agenzia prevede che la crescita dei prezzi al consumo raggiunga il 7% quest'anno e il 3,4% nel 2023 (rispetto alle stime precedenti pari al 6,4% e al 3%, rispettivamente) in conseguenza all'aumento dei prezzi dell'energia e dei beni alimentari dovuto all'attuale contesto geopolitico. Anche la minore domanda internazionale dovrebbe frenare la crescita.
Secondo S&P, "i consumatori iniziano ad avvertire la compressione del loro potere d'acquisto, soprattutto perché l'aumento dell'occupazione e dei salari non è sufficiente a compensare l'aumento dei prezzi". L'agenzia prevede che le significative riserve di risparmio derivanti dalla pandemia e la domanda di servizi inespressa manterranno ancora i consumi in crescita, ma in misura minore rispetto a tre mesi fa, in quanto le turbolenze dei mercati finanziari stanno erodendo la ricchezza netta.
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