ll superbonus, al di là dei proclami e dei fanatismi delle opposte fazioni, andrebbe finalmente analizzato con lucidità e buon senso per recuperare gli elementi che hanno funzionato davvero e che possono ancora funzionare in futuro. Per noi è sempre stato chiaro che si trattava di una misura straordinaria con un tempo limitato, nata per rilanciare l'economia in un periodo di gravissima crisi. Non possiamo rinnegare i benefici che questo strumento ha prodotto sulla nostra economia". Lo ha detto la presidente dell'Ance, Federica Brancaccio, nella sua relazione all'assemblea annuale dell'associazione.
Certo ci sono stati abusi, anche se molto meno di altri bonus, e il numero delle imprese nate in un anno per approfittare del nuovo business ci deve insegnare che non si può prescindere in futuro da una qualificazione non solo del settore, ma anche del mercato e dalla tutela delle imprese con un'elevata professionalità ed esperienza - ha concluso -. Ripartiamo quindi da un nuovo modello di incentivi fiscali efficaci e sostenibili con un orizzonte di lungo periodo e la giusta dose di risorse pubbliche che vanno previste già nella prossima legge di bilancio".
Le costruzioni contro la recessione post pandemica
"Nel biennio 2021-2022 la crescita italiana è stata quasi l'11%, un punto e mezzo sopra alla media Ue e il doppio della Germania. Una crescita che, come ha evidenziato lo stesso Ministero dell'Economia, nella relazione depositata in Parlamento un mese fa, è stata trainata per oltre la metà dal settore delle costruzioni".
"Possiamo dire senza paura di essere smentiti che rimettendo in moto la lunga filiera Made in Italy delle costruzioni si è evitata quella che poteva essere una pesante recessione post pandemica e si è dato vita a un percorso di crescita che non vedevamo da più di un decennio - ha aggiunto -. Ci è toccato, quindi, un compito fondamentale per il nostro futuro. Proprio a noi che a fatica stavamo venendo fuori da una crisi devastante con migliaia di imprese e oltre 600 mila lavoratori persi. Non è stato facile reagire così velocemente, dopo anni di lavori a singhiozzo".
Mettere in sicurezza i territori
L'alluvione delle Marche, la devastazione dell'Emilia-Romagna e da ultimo le immagini di pochi giorni fa di molte città bombardate da eventi atmosferici sempre più estremi impongono l'urgenza di intervenire per mettere in sicurezza i territori".
"Un piano nazionale di riduzione del rischio idrogeologico e di messa in sicurezza sismica non è un'opzione - ha aggiunto -, ma un dovere morale, civico ed economico non più differibile. Sono almeno 10 anni che, come Ance, lo chiediamo, 10 anni nei quali gli eventi alluvionali sono cresciuti del 34% come emerge dal Rapporto Ance Cresme sul dissesto idrogeologico che presenteremo a breve".
"Non si può continuare a intervenire solo a tragedia avvenuta - ha concluso -. Il Pnrr ci offre un'occasione unica per riuscire a portare a termine opere di contenimento del rischio idrogeologico bloccate da anni".
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