In un anno elettorale senza precedenti, le false informazioni rappresentano una delle principali minacce che le persone in tutto il mondo dovranno affrontare, secondo gli esperti intervistati per il Global Risk Report 2024 del World Economic Forum. Il grafico mostra i vari gradi in cui la cattiva informazione e la disinformazione saranno valutate come problemi per una selezione di Paesi analizzati nei prossimi due anni, sulla base di una classifica di 34 rischi economici, ambientali, geopolitici, sociali e tecnologici.
La disinformazione è definita come situazioni in cui l'autore ha intenzionalmente cercato di fuorviare il pubblico. La disinformazione descrive informazioni diffuse in base a convinzioni autentiche, ma che possono essere altrettanto dannose, come talvolta accade con le teorie del complotto.
L’India è il Paese in cui il rischio di disinformazione è stato classificato più alto. Tra tutti i rischi, la disinformazione è stata selezionata più frequentemente dagli esperti come il rischio numero uno per il Paese, prima delle malattie infettive, dell’attività economica illecita, della disuguaglianza (ricchezza, reddito) e della carenza di manodopera. Le prossime elezioni generali nella nazione dell’Asia meridionale dovrebbero tenersi tra aprile e maggio 2024 in un paese di circa 1,4 miliardi di persone.
Come mostra il grafico, altri Paesi ad alto rischio di impatto della disinformazione sono El Salvador, Arabia Saudita, Pakistan, Romania, Irlanda, Repubblica Ceca, Stati Uniti, Sierra Leone, Francia e Finlandia, tutti con la minaccia considerata essere uno dei rischi più pericolosi che il Paese si troverà ad affrontare dal 4° al 6° posto su 34 nei prossimi due anni. Nel Regno Unito, la cattiva informazione/disinformazione è all’11° posto tra le minacce percepite.
Gli analisti del WEF concludono: “La presenza di informazioni sbagliate e disinformative in questi processi elettorali potrebbe destabilizzare seriamente la legittimità reale e percepita dei governi neoeletti, rischiando disordini politici, violenza e terrorismo e un’erosione a lungo termine dei processi democratici”.
Questi dati si basano su 1.490 opinioni di esperti del mondo accademico, aziendale, governativo, della comunità internazionale e della società civile, con un sondaggio raccolto dal 4 settembre al 9 ottobre 2023.
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