Essere ottimisti nella vita aiuta? Si, ma non quando si tratta di scegliere un fondo o un’azione. Vi spieghiamo perché
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Investimenti errori da evitare
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Decidere se, come e quando investire i propri risparmi non è un’operazione semplice. La difficoltà, tuttavia, non è legata solo agli alti e bassi del mercato finanziario, all’incertezza relativa all’andamento dell’economia nel suo complesso, tra cui il livello di inflazione e dei tassi di interesse, ma anche al modo in cui gli esseri umani, per loro natura, sono soliti ragionare. In pratica, anche le persone più razionali devono tener conto del funzionamento della mente umana e della sua tendenza a sfruttare meccanismi innati quali “le associazioni di idee” e l’attivazione di “scorciatoie” nella formulazione di un ragionamento.

Per quanto tali “stratagemmi” siano infatti funzionali alla sopravvivenza del genere umano e alla vita quotidiana, possono invece condurre a conclusioni sbagliate in materia di investimenti. In finanza ci si riferisce a questo aspetto con il termine di “trappole comportamentali”.

Il suggerimento, prima di investire, è di tener conto di questi meccanismi, che scattano in modo inconscio e in cui pertanto cadono anche investitori esperti, in modo da essere in grado di limitarne gli effetti. Ecco le più frequenti ( e meno evidenti).

Percezione del rischio e propensione al rischio

La percezione dei rischi, e  di conseguenza anche la  propensione ad assumersene alcuni nella vita, in generale, e nello specifico anche negli investimenti, è molto soggettiva ed è  influenzata da molteplici fattori:  incidono infatti caratteristiche socio-demografiche (genere, età, livello di istruzione, stato di famiglia, etc.) e qualità personali dell'investitore ( tra cui l’ottimismo, la fiducia nelle proprie capacità, la curiosità e l’apertura mentale). Il livello di rischio di un investimento quindi deve essere valutato sulla base dei dati oggettivi e misurabili che vengono forniti generalmente dal consulente finanziario.

Il risultato di decisioni pregresse di investimento va a incidere su quelle successive: in genere la propensione al rischio può aumentare dopo aver realizzato un guadagno oppure stimolare un atteggiamento più prudente dopo aver subito una perdita. Per questo motivo nel valutare una scelta di investimento è bene restare ancorati al presente evitando di proiettare sull’investimento le nostre aspettative.

Istinto e scorciatoie di pensiero

Gli individui tendono ad utilizzare regole intuitive per risolvere problemi anche molto complessi. In genere le "scorciatoie" mentali ci aiutano nella vita quotidiana a semplificare e a favorire il processo decisionale. In ambito finanziario però non è possibile affidarsi “all’intuito”, ma occorre riflettere valutando le opzioni di a disposizione ed evitando scelte dettate dall’emotività. Ogni investimento, per quanto simile a uno già fatto nel passato, va infatti valutato per le sue caratteristiche in termini di rischio e  rendimento in relazione alla situazione presente e sulla base del proprio orizzonte temporale di investimento.

Ottimismi o pessimisti per natura

Alcuni individui sono per carattere più ottimisti di altri e tendono a mettere in evidenza gli elementi positivi delle situazioni sottostimandone invece gli aspetti negativi. Ma formulare previsioni troppo ottimistiche o fidarsi troppo delle proprie capacità di valutazione possono indurre a sottoscrivere investimenti ad alto rischio anche quando si è fortemente avversi alle perdite.

L’eccessivo ottimismo porta inoltre a sovrastimare la probabilità di esiti favorevoli facendo quindi commettere errori di valutazione nel formulare delle stime. Per limitare gli effetti di questa inclinazione naturale all’ottimismo nel campo degli investimenti è più ragionevole considerare le performance storiche di un determinato strumento finanziario e la situazione attuale dei mercati finanziari. Lo stesso consiglio resta valido per i “pessimisti” secondo cui piuttosto che subire una perdita data come “certa” sarebbe meglio mettere i soldi sotto il materasso.

 Alla larga dall’ “overconfidence”

Per overconfidence si intende l'eccessiva sicurezza e fiducia in se stessi e nelle proprie capacità di giudizio, sopravvalutando così le proprie conoscenze.

L’overconfidence porta in genere a peccare di presunzione illudendosi di avere il controllo della situazione. Un eccesso di fiducia nelle proprie scelte può portare a concentrare eccessivamente il rischio, operando nei mercati con eccessiva sicurezza, senza effettuare un'adeguata diversificazione ( anzi, spesso concentrando l’investimento solo su alcuni strumenti), con l’inevitabile conseguenze però di incorrere in potenziali grosse perdite. Per superare questa trappola, il suggerimento è quello di sentire “più campane”: l’ascolto di opinioni diverse fornite da operatori professionali ( ossia da persone che hanno acquisito competenze per far quel mestiere) , può andare a “scardinare” questo eccesso di sicurezza e a prendere delle misure precauzionali ( e a valutare i rischi in maniera più razionale).

Avversione alle perdite

L’avversione alle perdite è uno dei comportamenti che più incide – in negativo -sulle scelte degli investitori.

L'avversione alle perdite si manifesta nelle persone che, avverse al rischio, si tengono fuori da situazioni percepite come “pericolose”. L'investitore italiano medio ha generalmente una scarsa propensione al rischio. Ma spesso è proprio la paura di perdere in quanto tale a  far perdere potenziali guadagni.

La perdita ha certamente un peso emotivo per l’essere umano diverso rispetto al guadagno. In caso di perdite gli investitori percepiscono infatti un dolore maggiore rispetto al piacere provocato dal guadagno. Questa paura va superata, con cautela, passo dopo passo, grazie all'informazione e tenendosi lontani dal, sempre rischioso, fai da te.

Framing effect

Una delle trappole cognitive più insidiose è causata dal cosiddetto "inquadramento", ossia il modo in cui l'informazione viene rappresentata: vi sono modalità infatti che possono distogliere l'attenzione del lettore da alcune informazioni spingendolo a valutarne altre, spesso meno rilevanti ai fini dell’investimento, riprodotte con caratteri o colori diversi. L'impostazione grafica utilizzata può attirare l’attenzione su alcune informazioni e possono  distrarre dalla lettura di elementi altrettanto importanti.

Per superare questo vero errore cognitivo, è opportuno cercare valutare "criticamente" le informazioni esposte nei documenti informativi. Il suggerimento è quello di esprimere con parole proprie l'informazione che ci è stata trasmessa e chiedere al consulente finanziario che ci ha proposto l’investimento se la lettura è corretta.

Effetto gregge

Lasciarsi trasportare dal gregge è un istinto naturale di ogni animale sociale e quindi anche dell’essere umano. Tuttavia occorre saper distinguere in quali occasioni è vantaggioso seguire la maggioranza e in quali no. Ad esempio, quando si vuole prenotare in un ristorante o in un albergo può essere ragionevole leggere le recensioni per cercare di capire qual è stato il giudizio dato dalla maggior parte dei clienti. Raramente invece quando si tratta di risparmio e investimenti, ascoltare la maggioranza è sinonimo di buon senso.

L’effetto gregge è quello ad esempio che ha causato nella storia le principali bolle speculative.

Puntare su determinati strumenti finanziari perché lo ha fatto la maggioranza dei propri conoscenti oppure per l’“effetto euforia” che si percepisce sui mercati ( nei confronti ad esempio di un determinato prodotto particolarmente innovativo), può spingere a compiere le scelte sbagliate.

Controllo assiduo del portafoglio e visione di breve termine

Così come non è saggio lasciare la liquidità parcheggiata sul conto corrente per un lungo periodo di tempo, alla stesso modo non è utile, al contrario, controllare continuamente l’andamento degli investimenti.

Vi sono molte tipologie di strumenti finanziari che risentono nel breve periodo di una volatilità elevata (come quello azionario). Poiché gli individui attribuiscono generalmente un maggior peso alle perdite rispetto ai guadagni, in media coloro che controllano il portafoglio sistematicamente tendono a provare un sentimento di eccessivo timore. A quel punto scatta l'errore più grave per un investitore: ossia quello di modificare il proprio portafoglio facendosi prendere dall'emotività. La visione focalizzata sul breve periodo spinge infatti a vendere per il timore di perdere troppo, talvolta nei momenti di mercato in cui non si dovrebbe, e a comprare solo quando i prezzi si trovano vicini ai loro massimi, dopo i periodi di maggior successo.

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