Tutte le informazioni utili su come viene pagata la malattia: a chi spetta, come si calcola e come richiederla
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come viene pagata la malattia
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Può capitare a chiunque, nel corso dell’anno, di ammalarsi anche in una sola occasione. Ed è proprio in quell’unica volta che ci si pone la più semplice delle domande: come viene pagata la malattia

L’indennità di malattia va in soccorso del lavoratore proprio in questi casi e si sostituisce allo stipendio, viene applicata con regole diverse tra dipendenti pubblici e privati. Scopriamo quali sono i requisiti per beneficiare della malattia e come funziona il calcolo.

Chi può beneficiare dell’indennizzo per malattia?

Come già accennato in precedenza, i lavoratori dipendenti hanno diritto all’indennizzo per malattia erogato dall’INPS. In che modo si richiede? La prima cosa da fare è comunicare il problema di salute al datore di lavoro e successivamente recarsi dal proprio medico di base per ottenere il certificato che attesti lo stato attuale di salute.

L’indennità previdenziale è riconosciuta ai lavoratori dipendenti quando un evento di malattia ne determina l’incapacità temporanea al lavoro nella mansione specifica. L’indennità spetta, in presenza di specifici requisiti, a:

  • operai del settore industria;
  • operai e impiegati del settore terziario e servizi;
  • lavoratori dell’agricoltura;
  • apprendisti;
  • disoccupati;
  • lavoratori sospesi dal lavoro;
  • lavoratori dello spettacolo;
  • lavoratori sportivi subordinati – dilettanti e professionisti - iscritti al Fondo Pensioni Lavoratori Sportivi;
  • lavoratori marittimi.

Come si evince da tale elenco, non tutte le categorie di lavoratori possono beneficiare del periodo di malattia retribuito. Non spetta l'indennità di malattia, ad esempio, a:

  • collaboratori familiari (colf e badanti);
  • impiegati dell'industria;
  • quadri (industria e artigianato);
  • dirigenti;
  • portieri;
  • lavoratori autonomi.

Quando si è in malattia, si percepisce lo stesso stipendio?

Quando si è dipendente di un’azienda e ci si ammala, oltre a domandarsi come viene pagata la malattia, ci si chiede anche se viene pagato lo stipendio. Questo perché, il primo pensiero va sempre alle spese e ai doveri che una persona ha da compiere mensilmente.

In realtà, quando un lavoratore si assenta per malattia non percepisce lo stipendio. In casi del genere, c’è prima il datore di lavoro e poi l’INPS che vanno ad erogare al lavoratore stesso un’indennità sostitutiva.

Come funziona il pagamento dei giorni di malattia?

Come già accennato precedentemente, i primi tre giorni di malattia sono a carico del datore di lavoro, mentre, dal quarto giorno la prestazione è a carico dell’INPS. A questo punto sorge spontanea la domanda: come viene pagata la malattia dal quarto giorno in poi?

Generalmente, l’indennità corrisposta per malattia dal quarto giorno a seguire viene così suddivisa:

  • 50% della retribuzione media giornaliera, dal quarto al ventesimo giorno;
  • 66,66% dal ventunesimo al centottantesimo giorno.

Una suddivisione chiara e netta, che il lavoratore andrà a percepire in sostituzione dello stipendio durante tutto il periodo in cui risulterà in malattia.

Quanto si perde con la malattia?

Anche in base alle informazioni fornite finora, si può iniziare a tracciare un primo punto della situazione. Esclusi i primi tre giorni di malattia che vengono considerati di “carenza”, le percentuali di erogazione di un’indennità sono del 50% a partire dal quarto fino al ventesimo giorno di malattia, per poi aumentare al 66,66% dal ventunesimo giorno. Dati che fanno comprendere che, quanto meno un leggero dislivello si registra rispetto ad uno stipendio normale.

Perché i primi tre giorni di malattia non vengono pagati?

Come già accennato in precedenza, i primi tre giorni di malattia vengono definiti di “carenza” e pertanto non vengono indennizzati dall’INPS, ma dal datore di lavoro, in misura pari al 100%. In questo caso, il dipendente non subirà alcuna diminuzione del compenso (nei casi in cui è previsto dal contratto di lavoro).

Cosa succede se si prende solo un giorno di malattia?

Come previsto dalla recente sentenza della Corte di cassazione n. n. 17898 del 22 agosto 2007, i dipendenti che si assentano dal lavoro per un solo giorno devono presentare il certificato medico se il datore di lavoro lo richiede. Per quanto concerne l’aspetto economico, vige sempre la regola che i primi tre giorni sono a carico dell’azienda.

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Quando si è in malattia, viene pagato anche il sabato e la domenica?

Comprendere quali siano le giornate che l’INPS paga non è sempre semplice. Per questo motivo, è d’obbligo far luce su tale questione. Così come per chi può usufruire e chi non l'indennità di malattia, anche in questo caso c’è bisogno di fare una netta distinzione:

  • i lavoratori operai (industria e commercio): l'indennità viene erogata dall’INPS per le giornate feriali, comprendendo il sabato, ma escludendo la domenica, le festività nazionali e gli infrasettimanali;
  • gli impiegati, i quadri del settore commercio e agli apprendisti di qualsiasi settore: l'indennità viene riconosciuta per tutte le giornate comprese nel periodo di malattia, ad esclusione delle festività nazionali e infrasettimanali che cadono di domenica.

In entrambi i casi, si evince chiaramente che non vi è nessuna copertura nei festivi così come nella giornata di domenica.

Quando avviene il pagamento della malattia da parte dell’INPS?

Una volta acclarato come attivare l’indennità di malattia, quanto paga il datore di lavoro e quanto paga l’INPS, sorge spontaneo chiedersi dopo quanto tempo quest’ultima emetterà il versamento nei confronti del lavoratore. In questo caso, la risposta è semplice, l’indennità viene pagata dal quarto giorno successivo a quello dell’inizio della malattia regolarmente certificata.

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Due giorni di malattia sono pagati?

Come viene pagata la malattia se ci si assenta anche solo due giorni? Una domanda che può sorgere spontanea anche perché, non è detto che ci si debba assentare dal lavoro per forza per lunghi periodi. In questo caso, così come per uno o tre giorni di assenza, vige sempre la stessa regola. Oltre a presentare al proprio datore di lavorare un certificato medico che attesti il proprio stato di salute, dal punto di vista economico sarà proprio l’azienda a pagare al 100% quei due giorni di malattia.

La malattia viene pagata al 100%?

Per i lavoratori dipendenti, il 100% della malattia viene pagata nei primi tre giorni di “carenza” dal datore di lavoro. Dopodiché, si seguono le tabelle dell’Inps del 50% e del 66,66%. Per vedere un trattamento del 100%, bisogna allora prendere ad esempio l'indennità di malattia degli statali. In questo caso, per i nove mesi, hanno diritto al 100% della retribuzione e nei tre mesi successivi gli spetta il 90%. Una discrepanza sostanziale tra pubblico e privato, che si evince ulteriormente proprio da questi dati.

Come si vede la malattia in busta paga: esempio

In una busta paga si può vedere senza alcun problema il periodo in cui è iniziata l’indennità di malattia. Essa si trova nella parte centrale della busta paga. Nel prospetto paga, ci sono indicati sia i giorni di carenza che vengono indennizzati dal datore di lavoro che i giorni che sono invece coperti dall’INPS.

Analizzare una busta paga è facile. Essa è suddivisa in tre sezioni:

  • prima sezione: ci sono i dati anagrafici dei dipendenti e i coefficienti di retribuzione;
  • seconda sezione: contiene i dati effettivi della retribuzione;
  • terza sezione: ha i dati previdenziali e fiscali.

Seguendo questo schema, si avrà modo di poter leggere con semplicità la propria busta paga e comprendere appieno quanto si è percepito anche con l'indennità di malattia.

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