Scopri la differenza tra collaboratore domestico e colf, nonché i diversi livelli di inquadramento, le mansioni e il compenso
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Il collaboratore domestico è una figura professionale che svolge un ruolo fondamentale all'interno delle abitazioni, assistendo le famiglie nelle varie attività quotidiane. Si tratta di una persona che diventa, nella maggior parte dei casi un vero punto di riferimento e che può ricoprire diversi compiti, che vanno dalla pulizia e manutenzione della casa, alla cucina, alla cura dei bambini o degli anziani, fino al giardinaggio e altre attività di supporto domestico. Il lavoro del collaboratore domestico è essenziale per garantire il benessere e il comfort dei membri della famiglia, contribuendo significativamente alla gestione e all'organizzazione della vita familiare, soprattutto quando ci sono dei membri che non sono autosufficienti o hanno bisogno di un supporto costante.

Cosa si intende per collaboratore domestico?

Il collaboratore domestico è una figura che può lavorare per una persona dando il proprio supporto in svariate mansioni. A seconda delle diverse qualifiche che può ricoprire cambia il livello di mansioni che può svolgere. Infatti, come avviene in molte altre professioni, il livello di inquadramento può influire sulla retribuzione che può essere corrisposta secondo le tabelle aggiornate annualmente dal Ministero del Lavoro.

Il livello di inquadramento di un collaboratore domestico può essere riassunto come segue nella tabella:

Livello

Mansione

Descrizione

A

Collaboratore domestico generico

Colf generico senza esperienza o con esperienza inferiore a 12 mesi.

A Super

Addetto alla compagnia / Baby sitter

Lavoratori addetti alla compagnia e le baby sitter.

B

Collaboratore generico polifunzionale

Colf con esperienza superiore a 12 mesi, custode di abitazione privata, addetto alla stiratura, cameriere, giardiniere, autista, addetto al riassetto camere e prima colazione per ospiti del datore di lavoro, operaio qualificato.

B Super

Assistente a persone autosufficienti

Collaboratori familiari che assistono persone autosufficienti (anziani o bambini).

C

Cuoco

Collaboratore familiare che opera con totale autonomia come cuoco.

C Super

Assistente a persone non autosufficienti (personale non formato)

Collaboratori familiari che assistono persone non autosufficienti con mansioni di base.

D

Amministratore dei beni di famiglia, maggiordomo, governante, capo cuoco, capo giardiniere e istitutore

Collaboratori con responsabilità e autonomia decisionale.

D Super

Assistente a persone non autosufficienti (personale formato) / Direttore di casa

Collaboratori che assistono persone non autosufficienti con competenze specifiche e/o coordinano le esigenze della casa.

Che differenza c’è tra colf e collaboratore domestico

Colf e collaboratore domestico sono due termini che vengono troppo spesso ed erroneamente confusi: la differenza principale tra un collaboratore familiare (colf) e un collaboratore domestico riguarda il tipo di lavoro svolto e, in alcuni casi, il contesto lavorativo.

La colf è una persona impiegata per svolgere compiti domestici in una casa privata: nel suo mansionario rientrano pulizia, lavaggio, cura della cucina e dei bambini o assistenza agli anziani. Nella prassi, una colf lavora in una sola abitazione privata e può essere impiegata a tempo pieno o parziale. In alcuni casi, può vivere nella casa in cui lavora, diventando una "colf residente".

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È quindi essenziale tenere presente anche la differenza rispetto alla colf convivente, ossia una persona che vive con la famiglia o la persona che ha bisogno di assistenza: in questo caso è opportuno prendere visione di tutti i diritti e doveri di questa figura: in particolare devono essere concordati i riposi settimanali e le festività.

È opportuno sottolineare che, a differenza delle colf, i collaboratori domestici possono essere impiegati in contesti aziendali che forniscono servizi a domicilio, come le agenzie di pulizia o assistenza. Di conseguenza, il loro lavoro è spesso meno personale e più orientato al compito specifico per cui sono stati assunti. 

Il contratto della collaboratrice domestica: a ore o a tempo pieno?

Quando si vuole assumere una collaboratrice domestica è opportuno tenere presente che il contratto viene regolamentato in Italia dal CCNL (Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro) per i lavoratori domestici che propone diverse forme:

  • tempo indeterminato: è il tipo di contratto più stabile, senza una data di fine prevista. Può essere a tempo pieno o parziale;
  • determinato: è una forma contrattuale che ha una scadenza precisa. È utilizzato per esigenze temporanee, come sostituzioni per malattia o maternità;
  • a ore o a chiamata: il contratto della collaboratrice domestica a ore prevede che la persona lavori solo quando richiesto, con un numero di ore variabile. Questo tipo di contratto è flessibile e si adatta alle esigenze sia del lavoratore che del datore di lavoro.

Inoltre è opportuno sottolineare che le ore di lavoro per i collaboratori domestici possono variare significativamente: si passa da quello a tempo pieno da 38 ore settimanali a quelli part time che prevedono un numero di ore inferiori (ma sempre specificato da contratto). Ore saltuarie: Per i lavori occasionali o a chiamata, le ore lavorative sono concordate di volta in volta.

La retribuzione e i diritti dei collaboratori domestici, come ferie, permessi e tredicesima, sono definiti in base alla categoria professionale (A, B, C, D, ecc.), che dipende dalle mansioni svolte e dalle qualifiche professionali, e al numero di ore lavorate. Si ricorda, comunque, che il datore di lavoro ha la possibilità di richiedere un sussidio dallo Stato, erogato attraverso il bonus badanti.

Quali sono i compiti di una collaboratrice domestica

I compiti di un collaboratore domestico possono variare in base al livello di inquadramento e alle specifiche esigenze del datore di lavoro. Tuttavia, in generale, i compiti di un collaboratore domestico possono includere:

  • pulizia e cura della casa: si occupa di igienizzare tutte le stanze della casa, compresi bagni, cucina, e camere da letto. È a suo carico anche spolverare e prendersi cura dei mobili, lavare i pavimenti e le finestre, oltre a cambiare asciugamani e lenzuola. Se concordato, può occuparsi anche di lavare e stirare;
  • cucina: tra i compiti di una collaboratrice domestica ci possono essere anche quelli relativi alla preparazione dei pasti secondo le istruzioni del datore di lavoro, il lavaggio di stoviglie e utensili da cucina, oltre alla pulizia della cucina stessa ed eventualmente la spesa alimentare;
  • assistenza alla persona: in alcuni casi una collaboratrice domestica può anche prestare assistenza agli anziani o alle persone che non sono autosufficienti nelle attività quotidiane come vestizione, igiene personale e mobilità. Inoltre, in queste situazioni, il collaboratore domestico può anche essere di compagnia alla persona anziana o supportare nel compimento di alcune commissioni.

È essenziale che le mansioni vengano concordate tra datore di lavoro e collaboratore domestico in modo che il rapporto lavorativo possa essere proficuo per entrambi: in particolare è essenziale che il collaboratore domestico, soprattutto quando si occupa di prestare assistenza agli anziani, possa diventare un punto di riferimento per la famiglia.

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Collaboratore domestico in malattia: come gestire la situazione al meglio

Nel caso in cui un collaboratore domestico si ammala è necessario che venga rilasciato tempestivamente il certificato di malattia (caricato automaticamente sul portale dell’INPS), oltre a comunicare la malattia stessa e la prognosi al datore di lavoro. Si ricorda che quando la colf o il collaboratore domestico si ammalano, l’INPS comunque non corrisponde nessuna indennità al datore di lavoro.

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