"E' altamente probabile" che i dazi commerciali decisi dall'amministrazione Trump "generino quantomeno un aumento temporaneo dell'inflazione", i cui effetti "potrebbero essere anche più persistenti". Lo ha dichiarato il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, durante un evento all'Economic Club di Chicago.
Le ricadute per la per la politica monetaria di dazi e cambiamenti di linea sull'immigrazione "restano altamente incerte. Il livello dei dazi annunciati finora è più rilevante di quanto anticipato e lo stesso dovrebbe valere per i loro effetti economici - ha osservato - che includono inflazione più alta e crescita più bassa".
"Dovremmo farci una migliore idea delle implicazioni per l'economia e per la nostra politica monetaria" con il passare del tempo. Ed evitare che il rialzo dell'inflazione risulti persistente dipenderà anche "dal mantenimento delle aspettative di inflazione", ha detto Powell.
"In questa fase - ha concluso - (alla Fed) siamo ben piazzati per aspettare maggiore chiarezza prima di prendere in considerazione qualunque aggiustamento alla nostra linea".
Intervistato dall'economista indiano Raghuram Rajan, ex governatore della banca centrale dell'India e ex capo economista del Fmi, Powell ha spiegato che in particolare dazi commerciali stanno complicando il quadro per la politica monetaria, perché creano due spinte che richiederebbero interventi in direzioni opposte da parte della Federal Reserve.
L'incremento che potrebbero causare sull'inflazione, renderebbe infatti necessario un approccio potenzialmente più restrittivo della linea monetaria in modo da contenere le aspettative del pubblico sull'inflazione futura. L'effetto ribassista sulla crescita economica, invece, richiederebbe misure nella direzione opposta.
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