
Calano del 30 per cento circa le aste immobiliari, secondo il Centro studi AstaSy Analytics di NPLsRE_Solutions nel suo “Report Aste 2023”. Stando ai dati, sono 88.174 le unità immobiliari oggetto di asta in Italia nel 2023 (con un controvalore di base d’asta complessivo pari a euro 12.012.634.822,45 euro e offerte minime per 9.009.476.116,84 euro) con un decremento appunto di circa il 30% rispetto all’anno precedente, dovuto principalmente alla diminuzione delle aste nel settore delle procedure concorsuali (nel 2022 il numero di immobili in asta è stato di 113.056).
“L’interruzione dei procedimenti giudiziari dovuta alle misure protettive introdotte per contenere gli effetti sfavorevoli della pandemia, ha avuto ripercussioni principalmente nel 2022, anno in cui, con la ripresa a pieno regime delle attività, si è cercato di realizzare il maggior numero di vendite per ridurre gli ingenti volumi accumulati a causa delle sospensioni.Il2023 è stato un anno sostanzialmente di transizione, caratterizzato dal proseguo delle operazioni di smaltimento delle aste pregresse e, principalmente, dall’avvio delle prime procedure, esecutive e concorsuali, secondo le disposizioni dei nuovi codici normativi” ha dichiarato Massimiliano Morana, amministratore delegato diNPLsRE_Solutions.
Dove si trovano gli immobili in asta in Italia
Con riguardo alla distribuzione territoriale dei lotti in vendita, a livello regionale la Lombardia si conferma al primo posto con 12.622 unità staggite, pari al 14,31% del totale, seguita da Sicilia con 11.215 (12,72%) Lazio con 8.553 (9.70%), Campania con 6.681 (7,58%) e Toscana con 5.713 (6,48%),mantenendo le posizioni invariate rispetto al 2022.
Tipologie immobiliari in asta
Sotto il profilo della tipologia immobiliare, il 59,85 %delle unità appartiene alla categoria residenziale (in linea con il 2022 in cui rappresentava il 57,45%) ed è costituita da appartamenti, monolocali, mansarde, attici, ville e villette, nella maggior parte dei casi tutte abbinate ad autorimesse e/o cantine.
Il dato non stupisce considerato che il numero di esecuzioni immobiliari, che hanno ad oggetto principalmente abitazioni, supera abbondantemente il numero delle procedure concorsuali, che per la natura del debitore coinvolgono principalmente beni a destinazione commerciale/industriale.
Si assiste, invece, a un rimescolamento delle posizioni sul piano provinciale, con l’unica eccezione di Roma che mantiene il “primato”. Lo scorso anno sul podio figuravano Roma, Milano e Napoli.
In calo rispetto al 2022 sono invece negozi, uffici e locali adibiti a uso commerciale che dal 12,28% sono scesi al 9%, mentre resta invariata al 3,3% la posizione dei capannoni industriali/commerciali/artigianali, opifici e laboratori. Leggermente in salita rispetto del 2022, è la percentuale dei magazzini che nel 2023 si attesta al 4,26% rispetto al precedente 3,05%.
Una fetta importante del mercato delle aste è rappresentata dai terreni, agricoli e edificabili (11,34%), che includono aree importanti situate nelle più prestigiose zone viticole del Paese, eun buon numero di terreni edificabili che ad oggi non hanno però l’appeal commerciale di un tempo, quando i comuni consentivano l’iper-edificazione in cambio del pagamento di “oneri di urbanizzazione”. È debito precisare che dette aree sono concentrate prevalentemente in provincia al di fuori delle grandi aree metropolitane.
Degno di segnalazione è un lieve aumento, dallo 0,49% del 2022 allo 0,82%,di cantieri in corso di costruzione, finiti, semifiniti, abbandonati o parzialmente realizzati che,sotto la guida di una diligente imprenditoria locale, possono costituire un valore aggiunto significativo, riducendo lo sfruttamento del territorio e sottraendo alle amministrazioni comunali il problema della sicurezza dei luoghi di cantiere abbandonati, a volte, rischiosi.
Seppur incidano modestamente in misura percentuale, con solo lo 0,55% (in lieve aumento rispetto allo 0,47% del 2022) non trascurabile è il dato relativo alle strutture ricettive. Il comparto dell’hospitality ha subìto una sensibile battuta d’arresto a causa dell’interdizione del turismo e, nonostante le misure contenitive adottate dal Governo, non tutte le strutture sono state in grado di sostenere le spese indispensabili e riprendere le attività ripagando i debiti maturati: ne è conseguito un inevitabile incremento delle unità in vendita. È evidente che per complessi immobiliari di tale entità sia più difficoltoso individuare un soggetto interessato all’acquisto.
Previsioni 2024 per il mercato delle aste
“Si dovrà attendere la fine del 2024 per iniziare a intravedere gli effetti delle riforme legislative attuate a partire dal 2023, ma la diminuzione dei lotti in vendita fa ben sperare che qualcosa si stia muovendo. Sarà fondamentale col nuovo anno esaminare gli effetti delle nuove riforme, sia in tema di procedure concorsuali (nuovo codice della crisi e dell’insolvenza) sia di esecuzioni immobiliari (riforma Cartabia), che si prefiggono gli obiettivi di favorire interventi tempestivi finalizzati a evitare la crisi e di disincentivare il ricorso alle aste, come testimonia l’introduzione della possibilità di “vendita diretta” su richiesta del debitore”- precisa Morana.
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