
Villa Verdi, la casa di campagna in provincia di Piacenza che Giuseppe Verdi acquistò per i suoi genitori nel 1848 e in cui visse per 50 anni, sarà messa in vendita (probabilmente all’asta) dopo due decenni di contese tra gli eredi.
La proprietà di 17 ettari si trova nella frazione di Sant'Agata, a Vilanova sull'Ardas, 3,5 chilometri a nord di Busseto, nella Pianura Padana, e praticamente dalla morte di Verdi è stato in parte adibito a museo.
Nella proprietà fanno parte le stanze di Verdi, quella della moglie, Giuseppina Strepponi, lo studio del compositore, una stanza rossa, la stanza con i mobili del Grand Hotel di Milano dove Verdi morì il 27 gennaio 1901, la cantina, oltre alla rimessa per le carrozze e parte del grande parco che circonda la villa.
Alla morte di Verdi, la proprietà passò alla giovane cugina Maria Filomena Verdi, cresciuta dal compositore e da sua moglie. La villa attualmente appartiene a quattro fratelli discendenti da Filomena, che da due decenni non si accordano sul sontuoso immobile e nessuno di loro può acquistare la quota degli altri.
La Cassazione aveva stabilito infatti che l’eredità di Alberto Carrara Verdi, scomparso nel 2001, andava divisa in parti uguali tra i figli. Nessuno degli eredi, però, è nelle condizioni di liquidare gli altri, rendendo quindi la vendita l'unica via percorribile.
La famiglia Carrara Verdi, inoltre, ha accettato, in cambio di un indennizzo ancora da quantificare definitivamente, il decreto di esproprio dell’archivio dei carteggi contente lettere e manoscritti musicali conservati nel cosiddetto "baule", il cui contenuto già nel 2017 era stato spostato nell’Archivio di Stato di Parma.
La villa necessita anche di un importante restauro, in quanto presenta perdite e crepe dovute alla costruzione su terreno argilloso. Nel 2020 il museo ha lanciato un crowdfunding per poter restaurare l'edificio. Tuttavia, alla fine, vista l'impossibilità di assumersi gli elevati costi di mantenimento della proprietà, gli eredi hanno deciso di mettere in vendita la villa, lasciando allo Stato italiano la prelazione sull'acquisto.
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