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Come arredare una casa piccola per vivere "comodamente" in due in 50 mq
Houzz

Per considerare un luogo una casa in cui abitare e non solo un punto d’appoggio dove stanziare per poco tempo, è necessario che garantisca al suo interno gli spazi essenziali utili a svolgere le varie funzioni quotidiane. In una casa di quasi 50 m² ben distribuiti e con spazi organizzati razionalmente, può abitare comodamente una persona.

Se però l’esigenza è quella di convivere con un’altra, allora risulta necessario riprogettare una diversa suddivisione degli spazi e ripensare a un’equa ripartizione della capacità contenitiva degli arredi. L’obiettivo è ottenere un equilibrio abitativo, presupposto essenziale per condividere l’esigua metratura con una sorta di logica armonia, nel rispetto delle esigenze e della privacy di entrambi.

L’appartamento tipo diviso in 3 zone Si può partire dividendo idealmente l’appartamento in tre zone più o meno separate tra loro. Tutti gli spazi saranno di estensione variabile, ma pur sempre di dimensioni limitate.

  • Zona giorno: un ingresso, una cucina e un soggiorno (quest’ultimo spesso costituisce un tutt’uno con la cucina).
  • Zona filtro: corridoio e/o disimpegno, meglio se connesso a un mini ripostiglio, un bagno (per risparmiare centimetri preziosi meglio optare per una doccia piuttosto che una vasca).
  • Zona notte: camera da letto doppia/matrimoniale o due camere indipendenti.

Bisogna pensare alle tre zone come se si trattasse di articolazioni sincrone di un corpo umano. Composte in questa precisa sequenza aiutano a realizzare spazi armoniosi e il vantaggio per entrambi gli inquilini sarà quello di garantirsi privacy e libertà di vivere la casa di notte o di giorno senza intralciare le abitudini altrui.

La casa, una scatola imperfetta

L’appartamento tipo diviso in tre zone distinte non può bastare e non può far distogliere l’attenzione da tutte quelle variabili, vincoli e caratteristiche strutturali che ogni abitazione ha al suo interno. Un appartamento è raramente una scatola perfetta, non ha una conformazione esattamente regolare ma viene assimilata a forme geometriche come quadrati, rettangoli irregolari o addirittura planimetrie completamente deformate.

Soprattutto nel caso di appartamenti condominiali, gli ingombri strutturali come pilastri o determinate rientranze rappresentano vincoli, presenze o mancanze che possono condizionare l’organizzazione complessiva di un mini appartamento.

Analizzare gli spazi e condividere esigenze e desideri Il punto di partenza della riorganizzazione degli ambienti sicuramente sta nel condividere l’analisi dello spazio complessivo e correlarlo alle esigenze di entrambi gli inquilini. Riconoscere i limiti spaziali dell’appartamento, accettarli o cercare di attenuarli e di convertire gli stessi limiti in delle particolarità, utili e gradevoli a entrambi.

Un pilastro al quale affiancare un armadio o una libreria, una rientranza da sfruttare come utile disimpegno, la collocazione dei termosifoni in punti strategici e poco vincolanti sono solo alcuni esempi di molteplici escamotage da adottare per razionalizzare al massimo gli spazi.

Se è oggettivamente impossibile pretendere di vivere in due in una casa di quasi 50 m² come se si abitasse in una residenza faraonica, è però possibile valorizzare al massimo la metratura formulando una lista di priorità da parte di entrambi, cercando di bilanciare le reciproche esigenze in relazione allo spazio a disposizione. La condivisione dei ragionamenti comporterà sicuramente delle rinunce per entrambi, ma anche la concessione di alcune libertà.

Bilanciare gli spazi e sfruttare le altezze

Tutti i centimetri non sprecati in più zone della casa, se sommati, possono significare alcuni metri quadri guadagnati, utilissimi alla razionalizzazione dello spazio. Questo significa riuscire non tanto a comprimere all’osso le funzioni, quanto a creare giuste intersezioni tra gli ambienti.

Parte di ciò che non si riesce a distribuire in superficie si può sviluppare in altezza. Ciò risulta vantaggioso se l’appartamento è costituito da soffitti alti, da sfruttare inserendo armadi contenitivi a tutta altezza (in cucina, in camera o anche nelle zone di passaggio) per sopperire all’eventuale assenza di un vero e proprio ripostiglio.

Il vantaggio della zona giorno open space

Tra rinunce e piccoli trucchi si possono trovare le soluzioni più adatte. Ad esempio può essere utile rinunciare ad alcuni metri quadri in ingresso e limitarsi all’essenziale per far “respirare” la zona giorno. Oppure non comprimere eccessivamente la cucina in una sorta di stanzino, ma accettare che aprendo l’ambiente al soggiorno e all’ingresso si avrà uno più spazio più accogliente e si aumenterà il senso di spazio.

Gli spazi aperti consentono movimenti più flessibili e la compenetrazione degli ambienti far risparmiare metri quadri utili in quanto risulta più facile la correlazione tra funzioni compatibili. Un esempio efficace può essere quello della fusione del tavolo da pranzo con le basi del sistema cucina. Funzioni inalterate, ingombri sfruttati razionalmente e metri quadri risparmiati.

La zona filtro: il ripostiglio da inventare

Con pochi metri quadri a disposizione un corridoio è spesso ricondotto a un disimpegno, a un filtro di minimo passaggio tra la zona giorno e la zona notte, che possibilmente occulti totalmente o parzialmente la camera da letto e il bagno. Questo spazio andrebbe pensato a dovere, per esempio si possono sfruttare le rientranze per creare un armadio per riporre i prodotti di pulizia o per inglobare la lavatrice, oppure che possa fungere da mini ripostiglio o guardaroba supplementare per il cambio stagione.

La zona filtro: il bagno ideale per entrambi. Una volta valutata la possibilità concessa dallo spazio e realizzata la disposizione d’arredo più razionale, in questo ambiente le personali abitudini di entrambi devono trovare un terreno di confronto e di reciproco accordo. La stanza da bagno è il luogo del benessere, del relax, dove la cura dell’intimità deve essere supportata da una razionale distribuzione dello spazio ma anche dallo studio di dettagli estetici di qualità.

Dalla scelta dei rivestimenti e degli accessori, dalle considerazioni di carattere pratico a quelle più emozionali, è importante cercare di trovare soluzioni che accontentino entrambi. Vivendo in due in spazi ristretti le scelte adottate ad hoc saranno a totale vantaggio di una maggiore armonia e vivibilità.

La zona notte: gli ingombri e gli arredi più adatti

La zona notte presenta diverse variabili a seconda se a convivere sia una coppia di amici, di familiari o una coppia di fatto. La camera da letto potrà essere pensata come una doppia o una matrimoniale oppure si potrà anche prevedere la scissione in due camere singole, più piccole e con arredi contenuti.

Nel caso della camera unica un armadio a tutta altezza, meglio se su misura e che rispetti la conformazione della stanza, con gli spazi interni ben distinti e personalizzabili rappresenta un risparmio di spazio da poter incrementare sfruttando al massimo le altezze.

Concedere spazio agli hobby

Condividere con un’altra persona in ambienti contenuti comporta spesso il rischio di invadere lo spazio altrui o di non riuscire a mantenere l’ordine. Questa possibilità non deve pregiudicare la possibilità di ritagliarsi un piccolo angolo dedicato ai propri hobby o allo svolgimento di specifiche attività. Trovare la maniera per incorporare o incastrare bene gli spazi con determinati arredi può essere utile per non sacrificare le proprie inclinazioni personali e concedersi il piacere di poterle svolgere all’interno della propria casa.

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